giovedì 30 gennaio 2020
Zero titoli, e talora sotto zero. Ieri per esempio (“Fatto”, p. 4) questo è perentorio: «La Chiesa rivuole i cattolici in politica»! A parte quel «rivuole», da chiarire, quando mai è successo che «la Chiesa» (sic) abbia «voluto» (sic) che «i cattolici» non si interessassero della politica? Paolo VI definì l'impegno in politica «la più alta forma di carità», e parlava ai cattolici, ovviamente laici! Al “Fatto” sono sicuri del fatto: loro. C'è addirittura «La tela. Rapporti sempre più fitti», e Conte si prepara... Ci sono state le elezioni, con risultati diversi, e il rischio è che «la tela» sia quella di Penelope. La realtà dice, ormai da quasi cinquant'anni che il tempo in cui era necessario o utile un partito unico (o quasi) dei cattolici è finito, per lo meno dalla Octogesima Adveniens dello stesso san Paolo VI. Del resto la realtà vista domenica in Emilia e Calabria è molto diversificata, e i titoli sensazionalisti fanno un cattivo servizio. Non solo i titoli, talora. Pessimo ancora ieri (“Libero”, p. 8) il “servizio” che se la prende con padre Bartolomeo Sorge, definito «consigliere del Papa» – da quelle parti un demerito – che a proposito di Emilia e Calabria ha segnalato i ritardi sociali e culturali di certe aree del nostro Paese dissanguate da anni di disattenzione e malapolitica.
Un servizio migliore ieri – stesso “Fatto” – ancora lì, titoli e altro (p. 12): «Padre Nostro “Non abbandonarci”: un cambio lessicale ed ecumenico». Ettore Boffano risponde ad una lettrice per la quale il «non ci abbandonare alla tentazione» per sostituire il «non ci indurre... sembra un restyling buonista, come se Dio avesse bisogno di essere scagionato da qualcosa». La risposta giustifica il cambiamento, più rispettoso del testo greco del Vangelo, ove alla lettera il «Mè emàs eisenènkes…» indica quasi un “allontanare” il figlio di fronte al pericolo (peirasmòs) da parte del Padre. Questo non è buonismo!
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