Torturato e murato vivo dal regime sovietico
venerdì 14 ottobre 2016
Le cicatrici che segnano i margini orientali dell'Europa attraversano le storie di popoli, nazioni e individui la cui testimonianza rappresenta la migliore risorsa per l'unità del Continente. Un esempio è la vicenda del beato Roman Lysko, sacerdote cattolico di rito orientale nato nel 1914 a Lviv, Leopoli. La sua città era polacca fino allo scoppio della seconda Guerra mondiale, poi fu occupata dai nazisti e infine divenne parte dell'Unione Sovietica. Lysko, sposato, con la moglie si dedicava all'educazione dei giovani e fu una di queste vittime. Il 28 agosto 1941 venne ordinato sacerdote dal metropolita Andrej Szeptycki. Il 9 settembre 1949 viene arrestato dalla polizia dell'Urss: dopo diverse torture venne murato vivo nel carcere di Lviv. Morì il 10 ottobre seguente: venne beatificato nel 2001 assieme ad altre vittime del regime sovietico di nazionalità ucraina.Altri santi. San Callisto I, Papa dal 217 al 222; san Gaudenzio di Rimini, vescovo e martire (IV sec.).Letture. Ef 1,11-14; Sal 32; Lc 12,1-7.Ambrosiano. 2Tm 4,9-18.22; Sal 140; Lc 21,34-38.
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