L'incredulo che morì martire portando il Vangelo in India
mercoledì 3 luglio 2019
Gli altri gli dicevano: «Abbiamo visto il Signore!», ma lui rimaneva scettico: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Beata l'incredulità di san Tommaso apostolo, perché è stata il seme di un incontro prezioso, che ha lasciato un'eredità importante per i credenti di tutti i tempi: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!» gli disse il Risorto otto giorni dopo. L'episodio è narrato nel capitolo 20 del Vangelo di Giovanni e avvenne dopo la risurrezione di Gesù. Quella richiesta di Tommaso è umanissima, comprensibile, e ci ricorda che l'incontro con Cristo nella propria vita è il vero fondamento della fede. Per la tradizione Tommaso avrebbe poi portato il Vangelo fino in India, dove sarebbe morto martire.
Altri santi. Sant'Eliodoro, vescovo (IV-V sec.); san Leone II, papa (VII sec.).
Letture. Ef 2,19-22; Sal 116; Gv 20,24-29.
Ambrosiano. At 20,18b-31; Sal 95 (96); 1Cor 4,9-15; Gv 20,24-29.
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