sabato 15 aprile 2023
Giovanni Battista Todescato, per tutti don Gianni: prete, parroco, confessore, padre spirituale, consigliere sapiente e capace di delicatezze sorprendenti con tutti coloro che incontrava: mai scortese, sempre sorridente, riusciva a trasmettere la propria cultura, insieme teologica e sociale, senza mai far sentire inferiore chi lo ascoltava. Uno sguardo autorevole, capace di decidere anche da solo, ma sempre desideroso di spiegare e motivare le sue scelte pastorali, senza esitazione anche a correggerle, sempre autorevole, mai autoritario. Nasce l’8 febbraio 1929 a Rampazzo, in provincia di Vicenza, ed è prete nel 1951 a Vittorio Veneto. Presto trasferito a Roma, viceparroco a Santa Lucia, in Prati e molto presto nominato parroco nella chiesa di Santa Chiara a vigna Clara, dove rimane per ben 42 anni. Presto, pur senza promuoversi o cedere ad ambizioni clericali, conquista la fiducia anche “in alto”: molto stimato da Paolo VI che il 7 marzo 1965 lo chiama accanto a sé per la celebrazione della prima Messa in lingua italiana. Tra i suoi fedeli parecchi uomini politici italiani, tra i quali Aldo Moro, che quasi ogni giorno prima di recarsi al lavoro entra per pregare qualche minuto nella sua chiesa. Nel 2004 e nominato rettore della chiesa di Sant’Agnese in agone a piazza Navona, celeberrima perché progettata dal Borromini e abbandonata, chiusa ai parrocchiani e ai visitatori, e ormai – parole sue – «ridotta ad una spelonca». Come una nuova missione: trova gli aiuti necessari per il restauro completo e può ben dirsi che riconsegna alla diocesi di Roma una delle meraviglie della città che diviene anche – grazie al suo interesse e alla sua competenza musicale, sede di convegni e concerti internazionali. Di persona sempre disposto a dire la sua anche invitato in radio e televisione. Sempre lì: parroco a vita, pronto ad accogliere e ascoltare tutti con la stessa pazienza, trovando modo di arricchirli in un dialogo sempre rispettoso delle differenze ed anche felice di riconoscerle. Don Gianni: un prete “conciliare” ancor prima del Concilio, e soprattutto dopo, preso sul serio da lui anche quando – e le circostanze a Roma si sono verificate spesso – veniva considerato un insieme di teorie senza presa per la gente, e la pastorale “vivacchiava” tra vecchio e nuovo. Muore il 7 agosto 2016 a 87 anni. Nonostante le difficoltà del periodo di ferie, al suo funerale, celebrato dal vicegerente monsignor Filippo Iannone, la “sua” Basilica fu stracolma di gente commossa dalla memoria della sua presenza benefica. Memoria? C’è anche la mia. Credo di essere stato forse il primo, o uno dei primi ad incontrarlo nella parrocchia di Santa Lucia: lui con qualche bagaglio su una moto, forse una Vespa… Già: come quella ricordata anche nel celebre “Vacanze romane”! In quel film l’incontro esile tra due celeberrimi attori. Nei miei ricordi quel primo incontro con don Gianni Todescato ha lasciato e lascia memorie di vita per tanti anni. Un grazie a lui, e al Signore che donandolo alla sua Chiesa ce lo ha fatto incontrare. In Paradiso lo accompagnano gli Angeli: nella sua Basilica di Sant’Agnese ce
ne sono sempre stati tanti. E lui, pur con la testa grande che aveva, non ha mai pesato sugli altri. Vero “Confratello d’Italia”. © riproduzione riservata
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