martedì 1 ottobre 2019
Lupus un po' extra. Ieri, 30 settembre, era il 122° anniversario della morte di Teresa di Lisieux, ma la sua festa liturgica è oggi, perché quella di ieri è di Girolamo il grande, Santo e Dottore della Chiesa anche lui, autore della gigantesca impresa della traduzione dell'intera Bibbia in latino, di recente celebrata con un magnifico articolo sul "Corsera". Noblesse oblige! Quel 30 settembre del 1897, ultimo giorno della vita terrena di Teresa è ricordato anche per una parola che lei disse alle consorelle: «Offro le sofferenze che sopporto pregando per i bimbi che oggi vengono battezzati!». Nero su bianco nei "ricordi" pur molto discussi e di diverso genere trascritti dalle sorelle nei testi pubblicati ai primi anni del Novecento...
Un fatto, che però si lega a un altro. Proprio quel 30 settembre 1897, nel pomeriggio in cui morì Teresa, a Concesio, in Italia, veniva battezzato un bimbo speciale. Si chiamava Giovanni Battista Montini, era nato il 27 settembre, e sarebbe stato prete, vescovo, cardinale e Papa, il Papa soprattutto del Concilio Vaticano II e della sua prima laboriosa applicazione, tra il 1965 e il 1978, quando anche lui, oggi Santo, eletto il 21 giugno 1963, tenne la barra della Chiesa di Cristo e di Pietro – il secondo "di" è tutto incluso nel primo – guidando i passi successivi che in questi 41 anni hanno accompagnato la vicenda cattolica con respiro universale in una sana "conversione" al Vangelo indicata dal bimbo battezzato in quel pomeriggio del 30 settembre... Una conversione che nella Evangelii gaudium papa Francesco ha detto anche «conversione del papato», e che ha segnato il comune cammino – Sÿnodos – fino a oggi. Bel pensiero per me, che ricordo il detto di Pio XII: «La perennità della fede della Chiesa è assicurata dallo Spirito Santo, i cambiamenti nella sua comprensione sono garantiti dalla diversità dei Papi».
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