sabato 26 febbraio 2011
Spesso in pagina l'abitudine morbosa per cui tutto ciò che va male, da noi, è colpa della Chiesa cattolica. Ecco ieri ("Repubblica", p. 41) un bignamino storico di Adriano Prosperi che piange millenni d'Italia partendo dall'oggi. Per lui questa «legge del fine vita» è «moneta pagata da Berlusconi» alla Chiesa di sempre, quella che ha ostacolato l'unità d'Italia, quella che ha inventato «il peccato» che rovina i bambini fin dall'infanzia, e la confessione che rovina gli adulti, quella per la quale «le donne sono selvaggina come le lepri e le pernici» e non persone. È essa che ha creato «questa Italia corrotta e ridanciana, superstiziosa e corriva, irresponsabile e bigotta» per cui «la storia degli italiani è quella di obbedienze servili, di ipocrisia e di lacrime di delinquenti pentiti», parificando l'Innominato manzoniano e il boss Provenzano" Che dire? Prendi nota, e ti accorgi che ci si mette anche "L'Unità" che (p. 19) rimprovera il Papa perché non ha ancora pubblicamente «denunciato» Gheddafi! Ancora accuse sempre ieri sul "Fatto" ove però una pagina elogiava «le disobbedienze» di don Milani e Adriana Zarri, come al solito ben poco compresi nella loro piena verità, ma un'altra a sorpresa raccontava che la Feltrinelli, un tempo spazio della sinistra disobbediente estrema, oggi per promozione umana si mescola con la produzione di prelibati «cannoli siciliani». Ci sarà sotto qualche prete cattolico? E per finire sempre ieri su "Repubblica" (p. 55) torna l'accusa alla Chiesa: oggi la sua «pressione crescente» ostacola il «senso civico» degli italiani peggio che «all'epoca della mediazione democristiana». Insomma: nei secoli il mondo cambia, e "l'infame" è sempre quello! O s'è incantato il disco?
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