martedì 15 maggio 2007
«Orgoglio laico»? Nel complesso un suicidio celebrato! Già: un po' di complessati, molto pochi e col rischio del ridicolo. Qui qualche minuzia. Giudizi sferzanti sul "Manifesto" (13/5). Il primo, forse involontario, a p. 4: "A piazza Navona solo in 10mila, ma con tanto governo". Magra consolazione! A p. 2 si andrebbe oltre: "sempre più lontani dal popolo e dalla sua religiosità". Perfetto se parlassero di casa loro. No, parlano della Chiesa cattolica e del Papa! E in prima pagina Robecchi ride: naturalmente della Chiesa. Che dire? Gli insuccessi danno alla testa. Altri scampoli, tra incompetenti e patetici. "Repubblica" titola (p. 2): "Un milione per la famiglia". "Un milione". Ma a p. 3 leggi che "i centomila(sic) applaudono", e che "tra i più acclamati (c'è) un prete spagnolo, fondatore dei neocatecumenali". Però quel "fondatore" è un laico, non prete. La firma è la stessa che a p. 32 scrive ironica che a tutti mons. Bagnasco "risponde con l'antica indulgenza dovuta a chi non sa, ma può imparare". Perfetto: mai troppo tardi, per chi scrive di cose che ignora. Quanto ad "imparare" però il top è sull'"Unità", p. III di Roma, rubrica "Dizionario". Fulvio Abbate descrive una "visita a San Pietro", sua e con suocera lombarda, e bacchetta "un commesso" che pensa che Benedetto XV "era nel Cinquecento", poi "un custode e un prete che ci lavora": non sanno chi era "il lombardo Papa Ratti", Pio XI. Ma lui ha appena scritto che con Pio XI altri due papi del Novecento erano lombardi, "Giovanni XXIII e Giovanni Paolo I". Che però era veneto. Dizionario? No: abbecedario!
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI