venerdì 16 settembre 2011
Ieri in tante pagine torna lo stereotipo di questo Papa duro "mastino della fede" con tutti, ma con i nemici del Concilio… conciliantissimo. Risulterebbe infatti che Lui ha già "firmato la pace" coi lefebvriani, che alla fine stanno per cantare vittoria. Si è data notizia di un incontro tra i loro "rappresentanti" e quelli della Santa Sede, che ha consegnato loro "un documento base per la riconciliazione"? Ma… allora è fatta! "La Stampa" (p. 21), «La "pace" concordata tra Vaticano e lefebvriani». Lì accanto pezzullo con questo incipit: «Per capire perché Roma vuol fare la pace con gli scismatici basta fare un salto alla messa delle 10 e 30 nella Chiesa del feudo lefebvriano a Parigi». E già: il Vaticano cede perché è interessato ai loro successi fatti di «donne con il velo, giovani, odore di incenso e latino». Si accoda "Il Riformista" (p. 7): «Lefebvriani: il Papa pensa a far nascere un'altra Opus Dei». Stessa musica e stessa firma sul "Secolo XIX" (p. 6): «Il Papa benedice un'altra Opus Dei… Ratzinger prova a ricucire i rapporti». Più prudente "Il Giorno" (p. 15): «i lefebvriani meno distanti», ma per "Il Tempo" (p. 11) è addirittura «Negoziato sul Concilio Vaticano II». Insomma il Vaticano si venderebbe il Concilio. Ma è davvero così? Non certo qui su "Avvenire". Rileggi il pezzullo da Parigi e trovi quella parola: «scismatici». Perciò il portavoce della Santa Sede ha dichiarato che attualmente «la Fraternità non ha alcuno stato canonico nella Chiesa, e i suoi ministri non esercitano in modo legittimo alcun ministero nella Chiesa». E ancora «scisma», e quelle «messe» sono illegittime. Pace nella chiarezza? Si spera.
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