Su TikTok parole di Papa Francesco: contenuti seri dove non te li aspetti
venerdì 10 gennaio 2020
Chi lanciasse su Google una ricerca incrociata tra “Papa Francesco” (in italiano; nel mondo anglofono e ispanofono il quadro è più articolato) e il social TikTok, l'app più in crescita del 2019, troverebbe solo riferimenti al video, caricato anche su TikTok, con il quale il leader della Lega Salvini ha inteso inserirsi, a suo modo, nel flusso della più recente discussione sul Papa. Eppure, proprio in lingua italiana su TikTok è attivo da qualche settimana addirittura un account, “Papa Francesco Dixit” ( bit.ly/35DibBe ). Riporta immagini e parole relative all'attività di Francesco (23 post, finora), perlopiù tratte dalla fonte ufficiale “Vatican News”. Il Dicastero per la comunicazione, che di “Vatican News” è l'editore, è tuttavia completamente estraneo all'iniziativa: gli unici account ufficiali di papa Francesco rimangono @Pontifex, su Twitter, e @Franciscus, su Instagram. Ma essa porta come sottotitolo «Le più belle parole e riflessioni di Papa Francesco», dunque non gli è ostile; se mai, come capita per i numerosi account papali su Facebook, tutti non ufficiali, bisognerà verificare se l'intento sia solo contribuire a diffondere il magistero pontificio, o anche sfruttare in qualche modo la popolarità di un tale soggetto. Colpisce la scelta di TikTok: come ha chiaramente spiegato qui su “Avvenire” Gigio Rancilio in una puntata della sua documentatissima rubrica “Vite digitali” ( bit.ly/2t37GKj ), su questo social, rivolto a un'utenza di giovanissimi, si pubblicano microfilmati di esibizioni a suon di musica, il cui motore è la sfida, il cui linguaggio è poco comprensibile (per un adulto) e dove in ogni caso «i contenuti seri sono rari come l'acqua nel deserto». I contenuti dell'account “Papa Francesco Dixit”, invece, seri lo sono di sicuro. Lo stile del social è contraddetto anche dal fatto che si tratta di parole, se pur corredate dalle relative immagini. Il lato negativo della medaglia è che sono del tutto decontestualizzate. Quello positivo è che – finora – sono autentiche: il che, di questi tempi digitali, non è poco.
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