venerdì 23 settembre 2011
Ieri sul "Foglio" (p. 1) Francesco Agnoli presenta il libro del professor Paolo Musso, «La scienza e l'idea di ragione», che dimostra quanto il metodo di Galileo sia stato in senso forte «cristiano», distinguendo chiaramente le varie forme di conoscenza umana – sperimentale, ma anche filosofica, teologica e artistica – e mostrando che lo spazio autentico della scienza non implica il conflitto e la negazione di ciò che va oltre l'esperienza. Questo è – per l'Autore – il difetto di ogni «razionalismo» da Cartesio in poi, fino al pensiero debole e relativista che oggi impazza. Perfetto! Stesso "Foglio" (p. 2) trovo il teologo tedesco Wolfgang Ockenfels che a Paolo Rodari dice che arrivando in Germania «Ratzinger non farà come molti tedeschi che si vergognano della loro fede cattolica e di essa si scusano». Già: un ricordo personale e poi la cronaca. 1973, a Boppard am Rhein, presso Mainz per i miei studi, conosciuto e riconoscibile come cattolico, una sera mi capita di essere insultato da un ubriaco con coltello in mano che barcollante mi si avvicina gridando «Du bist ein Papist! Ich toete dich!» (sei un papista, io ti uccido). Bastò un piccolo scarto e quello cascò per terra addormentato dall'alcool. L'anticattolicesimo era ed è vivo, da quelle parti: su tutti i giornali l'annuncio di molti deputati assenti ieri al Parlamento di Berlino perché parlava il Papa, e proprio su fede e ragione! Perfetta coincidenza con la vicenda del cattolico Galileo: anche allora qualcuno non volle guardare la realtà dentro il suo cannocchiale, e fuggì via inorridito. A Benedetto XVI è già capitato a Roma, nell'Università fondata da un Papa: certi cosiddetti «scienziati» non vollero sentirlo. Ricorsi di vergogne da sbornia: oggi sedicente laica.
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