mercoledì 4 maggio 2011
Promesso. Domenica, sul "Manifesto", per la beatificazione di Giovanni Paolo II giudizi sicuri e ironici da superiorità "manifesta", e un titolo proclama (p. 6): «Giovanni Paolo II beato a Roma. In scena il mercato (sic!) della santità». C'è anche un colonnino antipatizzante: «La festa a Roma». Stop. È libertà, ma per finire alla grande ecco in fondo Roberta De Monticelli, «filosofa della morale» di recente ubiqua in pagine varie. Lei non parla di beati, ma di Papi, illustrando benigna al lettore l'"Habemus Papam" di Moretti, ove per lei stavolta «il divino ha scelto l'uomo limpido, l'attore rifiutato». In realtà suo desiderio «divino» di un tentativo supremo, dall'alto, «per chiudere baracca e burattini»! Sentenza filosofica autorevole e testuale: se «il divino» esistesse " pare suggerire " e forse esiste, non ci dovrebbe essere spazio né per la «baracca», ovviamente la Chiesa cattolica istituzione, né per i «burattini», che purtroppo sono ancora tanti" Per caso leggo la sua lezione mentre sotto le finestre, presso Castel Sant'Angelo, ascolto il brusio del passaggio, come respiro di festa e di fede della folla variopinta di questi «burattini» che lentamente cercano di avanzare verso il centro materiale della «baracca», San Pietro, dove il Successore sta iniziando le celebrazioni del Beato. Hanno scritto «un milione e mezzo»: tre volte le previsioni più ottimistiche" Che dire? Niente! Ricordo che «il filosofo» Zenone sosteneva che il movimento non esiste e che un giovanotto dispettoso si divertiva a girargli intorno, e ricordo che Aristofane, ne "Le Nuvole", appende «il filosofo» al soffitto come un lampadario, che però non faceva luce!
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