mercoledì 19 aprile 2023

Salvare l’ambiente è diventato un impegno che sta coinvolgendo il mondo a tutti i livelli: istituzionali e personali. Se torniamo indietro di 8 anni, proprio in questi giorni si era alla vigilia dell’Expo di Milano che aveva per titolo “Nutrire il Pianeta, energie per la vita”. Cosa è rimasto di quei sei mesi è difficile dirlo ma una certezza rimane: l’enciclica Laudato Si’ di papa Francesco è stata non solo un regalo arrivato proprio in quel 2015 dove il mondo si interrogava, ma anche una sintesi programmatica per un lavoro da mettere in atto. Un documento straordinario, capace di avere uno sguardo sull’insieme dell’umanità, che richiederebbe ancora oggi uno sforzo di comprensione.

Questo pensiero mi ha colto dopo una settimana di notizie dove le buone intenzioni circa l’ambiente si sono ridotte a quell’ideologia ambientalista che si fissa su un particolare, dimenticando il resto, compreso il buon senso. Che il Comune di Bologna si metta a vietare le grigliate in luoghi pubblici e i barbecue sul balcone di casa suona come un eccesso di zelo, di fronte a fonti di inquinamento ben più importanti. E che dire del vicepresidente esecutivo della Commissione europea con delega al “Farm to Fork” (in attuazione del Green Deal), che vorrebbe omologare le bottiglie di vetro, per cui sparirebbero i formati diversi da quello standard, e quelle per il lungo affinamento degli spumanti (quasi 3 miliardi di fatturato). Anche gli aeroporti sono presi di mira in vista di quella “neutralità climatica” da attuare nel 2050. Pochi giorni fa a Verona un collettivo ambientalista ha preso di mira i jet privati arrivati per il Vinitaly. Che dire poi della Coldiretti, censurata da Facebook per aver definito carne sintetica quella che invece dovrebbe essere “carne coltivata”, secondo il lessico del fantomatico Cuciniere del mondo che vorrebbe omologare pure il vocabolario.

Ora, se avevamo dubbi circa gli enormi interessi che stanno dietro al cibo a base di cellule, episodi come questo non fanno altro che confermare una certa intenzione di smobilitare la nostra agricoltura, a favore di affari sulla pelle di popoli che un giorno dovranno accettare l’ignoto, con tutte le conseguenze che potrebbero derivare da un’alimentazione del genere. Fao e Oms parlano già di rischi allergie e tumori, oltre al fatto che questi prodotti sarebbero inquinanti.

Come si scende da questa Torre di Babele contaminata da grandi interessi? Ripartire dalla Laudato Si’ sarebbe già un metodo… per riportare la barra dritta.

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