giovedì 1 marzo 2007
Tre perle di stupidità, una di ideologia. "Riformista" (26/2, p. 2) titolo squillante: "Senza i Dico saremmo fuori dalla Carta di Nizza"! Lo scrive Alfonso Celotto, "responsabile - caspita! Ndr - dell'Ufficio legislativo del ministro Bonino" (lo supponevo!). Sentito? "Fuori dalla Carta di Nizza"! Che tragedia! Però stesso pezzo, leggi che "la Carta di Nizza non ha ancora assunto formalmente forza giuridica". Insomma ancora non c'è. Noi siamo fuori da una cosa che non c'è. E sì, viviamo lo stesso, senza Dico e senza Carta di Nizza! Due: l'Ansa informa (26/2, 18. 48) che per Paola Balducci, "responsabile (anche lei!) Giustizia dei Verdi", "in Parlamento la strada dei Dico è in discesa". Verissimo: tutti scrivono che sono andati a picco. Tre ("Riformista", 27/2, p. 1, pezzo serioso): "Per i tedeschi Benedetto XVI è un Beckenbauer coi mocassini rossi al posto degli scarpini, uno Schumacher che sfreccia in papamobile" Insomma, un prodotto da esportazione". Che altezze! Passiamo all'ideologia. "Repubblica" (27/2, intera p. 21): "La gerarchia ecclesiastica e i cambiamenti della società". Marco Politi squaderna le sue certezze: la Chiesa (ovvio: di vertice) non capisce niente dell'uomo di oggi e neppure di se stessa, tanto è vero che si sta demolendo da sola, rinnega il Concilio e Papa Giovanni, la guida un "profeta di sventura" che i "cattolici quotidiani" non seguono, e perciò - è certezza laica - quando dice "non possumus" merita, testuale, una secca replica: "non possumus chi?" Eppure questa Chiesa da 2000 anni" sta lì. Per "Sta-lìn" era senza "divisioni". Già: solo moltiplicazioni: come i pani e i pesci"
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