“Striscia la notizia” 35 anni di tg satirico
sabato 11 novembre 2023
Antonio Ricci racconta che l’idea di Striscia la notizia l’abbia avuta di fronte alla certezza con cui i telegiornali davano alcune notizie. Da lì la voglia di fare un notiziario alternativo, magari irriverente, che offrisse comunque un punto di vista diverso, che suscitasse almeno un dubbio. Dopo 35 anni, Striscia la notizia (dal lunedì al sabato alle 20,40 su Canale 5), a forza di suscitare dubbi, è più che una certezza. Il tg satirico di Mediaset, giunto al traguardo di quello che una volta era la metà «del cammin di nostra vita», non teme crisi di maturità viaggiando tranquillamente sopra i tre milioni di telespettatori, a volte anche tre e mezzo, nonostante la notevole concorrenza soprattutto di Rai 1 che a quell’ora concede poco agli altri. Ma Striscia tiene botta grazie al suo mix tra denuncia e spettacolo. Nel programma di Ricci, come sottolineato altre volte, non ci sono giornalisti, eppure si regge in gran parte sui «servizi» con cui gli «inviati» rivelano scandali o smascherano truffe. Non mancano le forzature e qualche generalizzazione di casi limite, ogni tanto sarebbe necessaria un’ulteriore verifica, ma il più delle volte le denunce colpiscono nel segno, senza rispetto per nessuno, nemmeno, sia pure indirettamente, per la presidente del Consiglio (lo si è visto di recente con i famigerati fuori onda di Andrea Giambruno), ma nemmeno per chi porta soldi alle tv in termini di pubblicità (si veda ad esempio il servizio di giovedì su «Facile ristrutturare»). Accanto a questo c’è la parte di satira politica, di gossip e più in generale di varietà, a partire dalle gag tra i conduttori, che nel complesso stanno migliorando. È il caso anche degli attuali Sergio Friscia e Roberto Lipari, che in passato sembravano molto indietro rispetto ad esempio a Ficarra e Picone, per non parlare dell’imbattibile coppia storica Greggio-Iacchetti. © riproduzione riservata
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