Ieri sulla "Stampa" (p. 13) Alberto Papuzzi entusiasta di Margherita Hack, "terribile signorina un po' in là con gli anni" che alla Fiera del Libro, "all'attacco della Chiesa", sforna questa definizione del "laico": "uno che l'idea di Dio non lo soddisfa". "Applausi e divertimento" ma, nota Papuzzi, "la questione è seria". Si discute infatti "'Laicità', libro a più voci che esce negli Struzzi di Einaudi". Ma purtroppo "non c'è contraddittorio: i partecipanti al dibattito sono tutti laici". Ne resta fuori solo, come direbbe la "signorina", quello "che l'idea di Dio lo soddisfa": stragrande maggioranza dell'umanità. Il mondo è proprio strano. Seduta laica, ma monocorde, dunque, e il curatore del libro - scrive Papuzzi - alla fine si dichiara stufo di discutere di fede e ragione, religione e scienza e proclama - scherzando, ma non troppo - che "la questione vera è cosa c'è da mangiare". Beh, trattandosi di un libro degli "Struzzi", fosse anche indigesto va comunque giù. Meno giù, sempre ieri su "Repubblica" (p. 22), l'idea di chi ragiona sul "Codice da Vinci", ne parla male, ma poi come sempre spara sulla Chiesa, perché per lui occorre prendere sul serio un Gesù diverso da quello dei soliti "27 testi del Nuovo Testamento", che è roba da preti. Serve - scrive il saggio - un Gesù che "anche se non più vergine, anche se padre di figli, rifulge di pura spiritualità, perfino nel brutto romanzo di Dan Brown". Domanda: ma in un Gesù che non è ciò che dice di essere, cioè "Dio con noi", finisce in croce e non è risorto, dove sta la pura spiritualità? Misteri: da stomaco di "Struzzi".
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