giovedì 6 novembre 2008
La storia in primo piano. Giampaolo Pansa, rivisitando quella della Resistenza, ha rotto gli schemi del politicamente corretto " tutti eroi da una parte, tutti assassini dall'altra ", ricordando anche i crimini dei "liberatori", e subito è stato indicato come traditore. Roba attuale: ieri " qui (p. 32), "Stampa" (p. 49), "Corsera" (p.49) " leggo di un interessante Convegno "Dal Risorgimento al Vaticano II" e sullo stesso "Corsera" trovo Sergio Luzzatto " "Pio XI e quel razzismo d'Africa" " che denuncia «le compiacenze della Santa Sede verso la politica di Mussolini in Eritrea» e comincia mettendo in conto alla sola Chiesa cattolica «la Giornata della fede», 18 dicembre 1935, quando tanti italiani per reagire alle "sanzioni" straniere donarono gli anelli alla patria. In realtà a farlo furono tantissimi italiani, non solo cattolici, e anche moltissimi ebrei, e poi lo stesso Luzzatto annota che «gli storici più avvertiti" hanno iniziato a sfumare l'immagine di una Chiesa compattamente schierata dietro le legioni del Duce». Già: anche chi non crede esige sempre dalla Chiesa il massimo, con la tendenza a rimproverarle anche ogni minima defaillance che viene spesso da eccesso di perfezionismo nell'immagine della Chiesa stessa e da
mancanza di senso storico accurato. Sempre ieri, utile su questo argomento ("Repubblica", p. 49) l'intervista di G. Bosetti a J. Bauberot, storico e sociologo che segnala l'analogia tra "ateismo di Stato" e "Stato teocratico". A proposito: da noi quanti "storici" hanno taciuto per decenni sui crimini dell'ateismo di Stato nei regimi dell'Est ed ora tacciono sui "martiri cristiani"?
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