mercoledì 1 aprile 2009
"Il testamento biologico non si fa più"! Perentorio titolo di "Europa", ieri, cui però segue articolo sconclusionato. Che dire? Sabato il presidente della Camera parlando della legge approvata in Senato ha respinto lo "Stato etico". Ma la definizione è vera ogni volta che lo Stato come tale decide in materia specifica di vita e di morte, azzerando una delle due parti in causa, il vivente a rischio morte o il medico che lo ha in cura, o addirittura tutte e due, come successo spesso nella storia, da Sparta al Terzo Reich. Infatti allora il diritto statale diventa anche pretesa di moralità unica per tutti. Malpelo più ci pensa e più si convince che bastano il doveroso rifiuto dell'accanimento terapeutico e la collaborazione delle parti in causa per affrontare correttamente il problema. Ogni tentativo di forzatura per legge porta con sé il non rispetto di una parte, o di tutte e due. Se non fosse intervenuto lo sciagurato decreto giudiziario che ha rotto l'equilibrio istituzionale e giuridico sempre finora possibile, si poteva fare a meno di ogni legge, anche di questa. Lo dico per esperienza diretta, vissuta da ambedue le parti del dramma: chi ha creato l'attuale situazione di squilibrio conflittuale tra tribunali, Parlamento, medici, pazienti e famiglie è davvero colpevole di tentato "Stato etico". Il resto sono chiacchiere ideologiche e strumentali.
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