venerdì 16 gennaio 2009
Disperazione di categoria. Su tutti i giornali (14/1) Elia Enrico Richetti, rabbino capo a Venezia, dice che «Benedetto XVI sta cancellando gli ultimi 50 anni di storia della Chiesa». "Repubblica" in prima ci fa un titolo col "tu", rende l'accusa collettiva e completa: «I rabbini a Ratzinger: "hai cancellato 50 anni di dialogo"»! Poi (p. 13) scrive che è un «un pugno sullo stomaco». Cose analoghe su "Corsera" (p. 1 e 27), "Messaggero" (p. 12), "Unità" (p. 18), "Stampa" (pp. 1 e 9), "Sole 24Ore" (p. 15), "Mattino" (p. 9), "Libero" (p. 1 e 15), "Secolo XIX" (p. 7), "Giornale" (p. 6), "Liberal" (p. 7)" E gli argomenti? Due: la Chiesa cattolica «oggi» prega perché gli ebrei riconoscano Gesù Figlio di Dio, e il Papa «ha definito inutile e impossibile il dialogo tra religioni diverse». Due domande: in questi 50 anni la Chiesa ha mai cessato di sperare e quindi di pregare, come l'ebreo san Paolo, che il popolo dell'Alleanza riconosca la luce di Cristo? Ovviamente, mai! E quando Benedetto XVI ha negato l'utilità del dialogo, e addirittura la sua necessità? Mai, ovviamente! Ha solo osservato " troppo acuto per l'ottusità di tanti colleghi e per i pregiudizi di altri? " che un dialogo «strettamente religioso» " Nb: strettamente religioso! " esige qualche base «religiosa» comune, e gli ebrei sono ovviamente tra chi la ha, e ampia. Perciò gli argomenti del rabbino Richetti sono ambedue errati. Ma i colleghi, tutti o quasi, non distinguono, non obiettano: registrano... Non discuto la buona fede: rilevo il fatto. L'acume critico è come le frecce: a intermittenza, solo nei confronti della Chiesa cattolica.
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