domenica 9 marzo 2008
"La Stampa" (5/3, p. 32) strilla: "Ratzinger riforma Lutero: aveva molte idee cattoliche"! Poiché quest'anno Benedetto XVI dedicherà a Lutero il tradizionale seminario di studio con i suoi ex alunni arriverebbe la «possibile rivalutazione dell'eretico». Eppure un giudizio più positivo su Lutero è ormai assodato, nella Chiesa cattolica. Nel 1983 il prefetto della Fede, cardinale Ratzinger, disse a "Communio" che la scomunica nei suoi confronti non esisteva più e nel 1989 in Danimarca Giovanni Paolo II lo ribadì seccamente: «La scomunica di Lutero è decaduta con la sua morte». Di più: sempre lui nel 1983 parlò della «profonda religiosità» e della «passione bruciante per la salvezza eterna» di Lutero, scrivendo per il centenario della sua morte, ove inviò il cardinale Willebrands, che allora definì Lutero «nostro padre comune nella fede». Una sorpresa, quindi, da sprovvedutezza. Peggio però lo "strillo" malintenzionato: "Charles Darwin arriva in Vaticano" ("Repubblica", 7/3, p. 57), perché «monsignor Ravasi ha annunciato un convegno in Vaticano sull'evoluzionismo». Clamoroso? Ma da molti decenni l'evoluzionismo, purché non inteso come materialismo ateo, ha casa nella Chiesa: dai gesuiti Teilhard De Chardin e Vittorio Marcozzi a Pio XII nell'"Humani Generis" (1950), e fino all'affermazione di Giovanni Paolo II che il 22/10/1996 parlò dell'evoluzione come ben più di «una mera ipotesi». Dunque lo strillo serve per dire al lettore sprovveduto che alla fine persino il Vaticano "è arrivato". Un commento? Stesso giornale (7/3, p. 33) Guido Rampoldi: «la supponenza di cui siamo capaci anche noi atei»!
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