giovedì 24 maggio 2012
Due sorprese… Una (forse) buona, l'altra proprio cattiva. Ieri su quasi tutte le pagine la prima: «La Chiesa denuncia Obama» ("Stampa", p. 16), «La scomunica di Obama» ("Europa", p. 1), «I vescovi bocciano Obama» ("Libero", p. 20). A dir la verità – ecco spiegato il "quasi" – la sorpresa mancava su "Corsera", "Repubblica" e altri, ma arriverà. E perché è – o sarà – buona? Perché trattandosi di argomenti in punta di cronaca, anche da noi tanti colleghi – per esempio Augias, Zagrebelski, Politi, Teodori, Rodotà e devoti discepoli vari – la smetteranno di scrivere che «solo in Italia» la Chiesa dice certe cose, ricorda certi limiti, si oppone a certi passi che a qualcuno paiono "avanti", verso la città del "Sole", magari talora anche versione "24Ore". E la seconda, quella cattiva? È nel clamore più o meno sincero, da qualche giorno, a proposito del pamphlet "Sua Santità", e in un'assoluta novità sbandierata a più riprese perfino proprio nella quarta di copertina. Sulla bocca della «fonte Maria» – che già dal nome di copertura pare un'offesa esplicita verso il cielo – leggo questa autodichiarazione netta: «Il mio coraggio è di far conoscere le vicende…». La cosa è ripetuta spesso, nel libro, e rimbalza quasi ovunque anche in Tv. "Coraggio"? Credo sia la prima volta che per un anonimato, volutamente e sfacciatamente anonimo, viene usata la parola «coraggio». Brutta sorpresa! Andava meglio, molto meglio, viltà. Pretendere che "la fonte" se l'attribuisca da solo forse è troppo, ma che ci sia qualcuno che glielo faccia notare sarebbe eticamente e professionalmente doveroso. Vera sorpresa è anche quella di non trovarne ancora…
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