martedì 31 luglio 2007
Sorpresa domenica su "Liberazione", raddoppiata perché la trovi sul supplemento "Queer" (pp. 8-9), di solito grossolano per estrema trasgressività: «Accompagnare alla morte, senza accanimento». Antonella Patete presenta l'associazione romana Antea, che «evita gli eccessi della medicalizzazione, non fa eutanasia» e si occupa di pazienti terminali «attraverso il controllo del dolore e degli altri sintomi - quindi con le cure palliative, Ndr - senza accelerare né ritardare la morte». Se la realtà risponde allo scritto una cosa da applausi. Malpelo spera che i Pannella-Bonino-Cappato-Bordin e compagnia eutanasica cantante che danza sui casi clamorosi, si accorgano che per non essere d'accordo con loro e magari con qualche "cattolico" multiuso che consente loro di sbandierare le sue personalissime opinioni, non è necessario essere cattolici bigotti o fondamentalisti religiosi. La laicità vera non esclude né giudizi di valore, né mediazioni ragionevoli, ma solo i pregiudizi ideologici: tutti. Anche quelli furbi e negativi? Sì. Stessa domenica ("Manifesto", p. 2, rubrica "divino"): da un libro della De Monticelli ecco la ricetta moderna che evita fondamentalismo e relativismo: «credere» sì, ma solo con la teologia negativa, che «prega il Dio che ignora». Detto tra noi: ma se uno legge nel Vangelo che «Dio non lo ha visto mai nessuno, (ma) il suo Figlio unico ce lo ha rivelato» (Gv. 1, 18) e che quindi Dio si è presentato in Gesù Cristo, dovrà far finta di nulla, e rimandare al mittente? E proprio lì sotto leggi: «Il divino torna a settembre». Giornalismo "negativo", ma moderno: in feriè
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