Solo una doccia fredda
martedì 17 giugno 2025
«Tutto, dopo allora, è stato nient’altro che una doccia fredda» dichiarò la scrittrice statunitense Flannery O’ Connor. Si riferiva con quel “allora” a un episodio della sua infanzia, quando all’età di sei anni, sotto gli sguardi strabiliati e invidiosi degli altri bambini, le era riuscito di insegnare a una gallina a camminare all’indietro. Galline, uccelli, e di più ancora pavoni erano la sua fissazione, oggetti del suo amore incondizionato. Strana manìa di una strana ragazzina, eloquente della sua curiosità nei confronti del mondo, e insieme della originalità della sua natura. Più ancora dell’episodio in sé, conta la percezione che lei ne ebbe, la sensazione che gliene rimase. Il punto è quell’espressione usata a commento, quel “doccia fredda”. Intendeva dire, Flannery O’ Connor, che mai altro raggiunse stessa altezza, niente le procurò uguale senso di sé, autostima, orgoglio? Sì. Perché a guardar bene c’è sempre, nella vita di ciascuno, un momento incomparabile, qualcosa di fiammeggiante al cui confronto il resto smuore, fagocitato dalla più trita e cruda dimensione di realtà. Quella gallina faticosamente addestrata a camminare all’indietro fu la sua vittoria. Nessuna delle pagine magnifiche che da scrittrice creò in seguito la eguagliò, ai suoi occhi. © riproduzione riservata
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