Fragili, ricominciare
Grazie all’incontro con un enigmatico interlocutore accade un fatto nuovo
Austerlitz, protagonista dell’omonimo romanzo di W. G. Sebald, è un uomo taciturno e molto razionale, «imprigionato nella chiarezza delle sue riflessioni logiche e nel disordine dei suoi sentimenti». Stimato professore di architettura, appassionato di fotografia, controllato in tutto ciò che fa, non racconta nulla a nessuno delle sue origini e sembra non avere un passato. Ma ecco che grazie all’incontro con un enigmatico interlocutore gli accade un fatto nuovo. Incomincia a mettere a fuoco memorie, prima vaghe e rallentate, poi man mano più nitide. Memorie terribili. Realizza di essere stato un bambino ebreo fuggito insieme ai genitori da Praga all’arrivo dei nazisti. Si ricorda all’improvviso di sua madre, morta in un campo di sterminio, e di suo padre, scomparso nel nulla a Parigi. Di sé, ricorda all’improvviso di essere stato portato in salvo, lui da solo, su un treno di bambini. Affidato a una famiglia in Inghilterra, allevato con altro nome. Il risveglio di tante dolorose memorie segna per Austerlitz l’inizio di una nuova vita. Ciò che rende indimenticabile il suo personaggio è la vulnerabilità che affiora mentre a poco a poco ricorda. Sapersi riconoscere fragili davanti a sé stessi. Quello anche è ricominciare. © riproduzione riservata
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