giovedì 31 maggio 2007
Morbo da virus fissato sulla Chiesa nemico unico. Leggi e ti commuovi. Martedì "Unità", intera p. 28 - "1992: così l'Irlanda licenziò la Chiesa" - Maria Serena Palieri intervista lo scrittore irlandese John Banville, per cui Chiesa e criminalità sono una sola cosa, e lo prega supplice: "Di cattolicissimi, signor Banville, restiamo solo noi italiani: ci faccia sognare, ci dica come è avvenuto nel suo paese il crollo della Chiesa cattolica"! Eccolo, il sogno della Palieri e di tanti che paiono disperati come quello del Carosello della brillantina Linetti: pelati a zero, hanno sbagliato tutto, tempo, luogo, mentalità e cultura anche se, viste le misure del "pensiero", questa parola direbbe troppo. Inguaribili e disperati. Vale anche, pur essendo archeologia mortuaria, per un vecchio cruccio di Massimo Mila - "La Stampa" (28/5, p. 35): "Che Marx ce la mandi buona" - tutto sconsolato nel 1981 perché la maledetta religione cattolica non è finita: "Mi angustia il ritorno della fede". Palieri: in buona "compagnia" sconsolata. Con Michele Serra che ("Espresso", 31/5) dopo il "Family Day" si compiange ironico ipotizzando un "Family Party" e gentile vuol sostituire "le immagini di scimmie antropomorfe" con "fotografie dei vescovi della Cei". Che finezza! La p. 137 poi recensisce "L'importanza di non capire tutto" (Einaudi). "Capire"? Dopo il "Family Day" il virus da "crisi di intelligenza" scoppia sul "Venerdì": Eugenio Scalfari teme che "la Chiesa torni ad impugnare la spada" (p. 11) e Curzio Maltese è sicuro che "la Cei mira al bersaglio Romano Prodi"(p. 13). "Non capire tutto"? Qui proprio niente.
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