martedì 9 settembre 2014
Troppe famiglie in rovina per il gioco d'azzardo. Allora dico: «No, grazie». Questa in sintesi la decisione presa nei confronti della slot machine da parte del gestore del bar Giambellino. Il locale si trova sul corso principale, a Gambettola, centro di poco più di 10 mila abitanti in provincia di Forlì-Cesena. Non è semplice uscire dal giro delle pericolose macchinette. A volte i contratti vincolano i proprietari che si vedono costretti a ospitare le slot anche contro la loro volontà. Non ci ha pensato due volte Andrea Fabbri, gestore del bar Giambellino. Non posso renderle, deve aver ragionato, trovo io la soluzione. Detto e fatto. Chi entra nel suo locale ubicato a poche centinaia di metri dal monumento allo straccivendolo simbolo della cittadina romagnola (Gambettola è la capitale del ferrovecchio) trova un originale paravento con affisso un avviso assai chiaro. «La direzione tiene a sottolineare quanto il gioco delle macchinette sia un'attività non gradita e sconsigliata alla clientela. Essendo legati da vie contrattuali con la società che le fornisce, non ci è ancora possibile rilevare gli apparecchi dal locale. Pertanto, il bar Giambellino preferisce mantenerli spenti e inutilizzabili». Dietro al paravento, un telo che oscura i due "infernali" strumenti.Ricordo quanto mi disse un conoscente poco tempo fa durante la manifestazione Slotmob svoltasi a Cesena. «Le slot sono le ultime, le peggiori. Io lo so bene. Un giorno ti racconterò la mia storia». Avesse incontrato il coraggioso gestore del bar Giambellino...
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