martedì 18 marzo 2008
Muore Chiara Lubich e in pagina, firme di ogni area culturale e politica, è un coro unico: Chiara, i Focolari, serena, limpida e gioiosa testimonianza di fedeltà a Gesù Cristo, alla sua Chiesa e all'umanità concreta senza eccezioni, senza confini: vita sociale, vita civile, vita religiosa in tutte le fedi, spinte ideali di crescita comune e ordinata in tutto il mondo. Sì, ma allora? Ma allora è proprio vero che fede cristiana e cattolica è regressione, rifiuto della scienza, incapacità di libertà, sottomissione cieca ai diktat di preti sessuofobi e oscurantisti e ai cosiddetti "dogmi", irrazionali e ridicoli per la ragione moderna? Eppure questa è la musica che suona in tutte le pagine nostrane! C'è dunque qualcosa che non funziona nell'élite intellettuale e variamente politica " diciamo nell'"intellighenzia" " di questo Paese. Potrei riempire pagine intere di "casi clinici". Bastino qui due soli esempi di ieri, in teoria opposti. Sul "Manifesto" (p. 1: "La Chiesa al suo posto"!) firma illustre, da decenni stimata anche nel dissenso quasi totale, di Rossana Rossanda, che parte dalla delusione " molto condivisa " per questa campagna elettorale, ma arriva solo alla intimazione di silenzio alla Chiesa cattolica come tale: taccia e stia in sagrestia! Senza ragioni e senza logica: un puro scatto di nervi. Sul fronte opposto, alla pari, volgare esibizione di Claudio Scaiola ("La Stampa", p. 10) che a voce spiegata chiama voti a suo favore vantandosi così: «Chiaro che io sono cattolico, ottimi rapporti con la curia, li avevo con Tarcisio Bertone e li ho con Angelo Bagnasco». Qualcosa, anzi molto, non fila.
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