martedì 27 novembre 2018
Chiesa sinodale, cioè “in cammino comune”. Paolo VI nel 1965 “inventò” il Sinodo dei vescovi vincendo anche tante resistenze. Michele Pellegrino, cardinale e arcivescovo di Torino, volle che la sua prima lettera pastorale fosse “Camminare Insieme”, e il Papa il 4 marzo 1972 lo ringraziò con una bellissima lettera piena di vicinanza e affetto. Camminare, dunque! Per questo dal 1977 il prezioso libro di Arturo Paoli, “Camminando s'apre cammino”, non ha mai cessato di essere attuale. Anche dopo Paolo VI e fino ad oggi la Chiesa è in cammino, nonostante ostacoli e oggi accuse avventurose e vili contro papa Francesco per riportarla indietro. Ma i segni del buon “cammino” ci sono: basta volerli vedere. Ne elenco alcuni recentissimi, tra tanti. “L'Osservatore Romano” (16/11, p. 6: «Responsabilità reciproca») riporta l'ampio testo del Segretario generale del Consiglio Mondiale della Chiese in un incontro al “Centro Pro Unione” di Via Santa Maria dell'Anima, a Roma. Molto “cammino”! Anni 70 e 80, per un prete romano l'essere entrato anche solo una volta in quel portone, dov'era anche l'ecumenico “Idoc Internazionale”, portava il pesante rimprovero immediato del suo “ordinario”! Ancora: domenica su “Roma Sette”, settimanale diocesano (p. 1) «Laurea honoris causa al prete delle baracche», ricordando la vicenda più che quarantennale di don Roberto Sardelli e della sua “Scuola 725” sull'esempio di don Lorenzo Milani, sulla cui strada prima qualcuno ha “camminato” autoritario pesantemente, ma per fortuna poi un Altro ha sostato in preghiera grata e benedicente... Segni nuovi di un cammino anche in pagina, e dunque ieri su “Repubblica” (p. 29) bella intervista di Paolo Rodari a Leonardo Boff, francescano e – pur con tutte le avvertenze, per evitare equivoci – teologo della liberazione cristiana. Titolo forte: «La Chiesa è dei mistici, non del potere»! Era la festa di Cristo Re: non certo di potere terreno.
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