martedì 27 settembre 2011
Non è vero che «Il riso abbonda sulla bocca degli stolti». Forse lo pensa chi non ama ridere, e mi dispiace per lui. Preferisco un paio di altri proverbi: «Il riso fa buon sangue» o «Cuor contento il ciel l’aiuta». Diceva lo scrittore Gianni Rodari che a scuola, generalmente parlando, si ride poco. Credo che avesse ragione. Una bella risata, di quando in quando, distende e fa venir più voglia di studiare. La scuola è una cosa seria. Ma non deve diventare troppo seria, al punto da far soffrire e far venire i mal di pancia. Imparare, studiare e conoscere deve dare gioia e soddisfazione. È per questo che i bambini vogliono sempre capire se c’è uno scopo in quello che imparano. Non c’è materia difficile che non si possa apprendere se c’è qualcuno che te la insegna con amore e con passione. La storia, la geografia, la matematica possono diventare dei romanzi se non sono soltanto ripetizione di date, memoria di misure, aridi calcoli. E comunque, qualunque materia si insegni, si può sempre renderla più viva con un sorriso. Studiare storia, per esempio, non significa studiare solo in quanti modi gli uomini hanno imparato a farsi male nel corso dei millenni. Quanti di quei personaggi che passano per famosi sono stati anche uomini ridicoli! Quante stupidaggini, quante assurdità hanno detto e voluto far credere solo perché erano potenti e avevano eserciti a disposizione. Anche duemila anni fa queste cose gli storici più coraggiosi le scrivevano e le documentavano. Ridere di quei potenti, significa anche imparare a ridere un po’ di noi stessi. Dobbiamo prenderci sul serio solo quando i nostri gesti e i nostri comportamenti possono far male a qualcuno. Per tornare alla classe, dobbiamo approfittare della presenza di bambini più mattacchioni degli altri. Sono quei bambini che vedono il lato comico delle cose, come molti adulti non sanno più fare. Ma anche il maestro dovrebbe sempre entrare a scuola con una buona riserva di comicità, da spendere quando la classe è più stanca, più tesa o annoiata. Non deve per forza raccontare una barzelletta, può anche leggere una storia divertente tenuta da parte per l’occasione. O smontare gli stereotipi che ci affliggono, grandi e piccoli. Ma, soprattutto, deve sforzarsi di regalare ogni giorno ai bambini una bella dose di ottimismo. Ne avranno sempre bisogno, nei momenti più difficili.
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