Shoah e memoria, la Tv non dimentica
mercoledì 29 gennaio 2020

La guerra è finita ha giocato d'anticipo. La fiction in onda il lunedì su Rai 1 ha preceduto tutti facendosi trovare il 27 gennaio, Giornata della memoria, già alla terza delle quattro puntate previste per raccontare la storia di chi è miracolosamente sopravvissuto all'orrore dei lager nazisti, ma il cui ritorno a casa non è stato sufficiente a lenire il dolore, né tantomeno a mettere la parola fine a un incubo sul quale sono tornate in questi giorni un po' tutte le reti televisive: Rai Storia ovviamente, ma anche Discovery Channel con il documentario Gli eroi della memoria o SkyTg24 con la testimonianza di Edith Bruck (di cui ha scritto ieri Marina Corradi). Programmazione speciale anche per Tv2000 tra domenica e lunedì con film, documentari e interviste, compresa un'altra testimonianza della Bruck, deportata a 12 anni. Nella Giornata della memoria anche Nuovi eroi su Rai 3 ha dedicato una puntata alla storia di Emma Alatri che scampò al rastrellamento del Ghetto di Roma.

E poi, ancora, gli altri speciali, i talk, gli approfondimenti e i tanti contenuti on demand per una tv che in questi frangenti riesce a fare il proprio dovere e dovrà continuare a farlo sostituendosi ai testimoni diretti che sono sempre meno. La stessa Liliana Segre, che domenica sera era ospite da Fabio Fazio a Che tempo che fa (Rai 2), ha annunciato, nel corso di una bella intervista, di dover sospendere gli incontri che da trent'anni tiene con gli studenti. Chiuderà a Rondine Cittadella della pace. Non regge più lo «sdoppiamento pericoloso» per cui a novant'anni viene ogni volta riportata «a quella ragazzina che era e che non le dà più pace». «Non è facile il ruolo di testimone - conferma la Bruck -, la nostra è una ferita che con guarisce mai». Ma la Segre si preoccupa, si dice realista e non pessimista quando afferma che «il tempo è terribile: cancella».

La sua paura è che non si studi più la storia e «senza la storia non c'è memoria», o come dice Papa Francesco: «Se perdiamo la memoria, annientiamo il futuro». Ecco allora che mentre stanno scomparendo i testimoni la tv li può mantenere in vita grazie ai propri archivi assumendo una funzione di memoria storica collettiva alla quale non potrà rinunciare.

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