Voce della potenza dell'unico vero Dio
mercoledì 24 febbraio 2021
San Sergio di Cesarea ci ricorda che spesso la fede cristiana viene rifiutata perché fa paura a causa della grandezza e della forza del suo messaggio universale: riconoscere l'unico Dio come fonte autentica della vita significa spazzare via ogni forma di prepotenza e di prevaricazione. Un rischio che i "potenti" non vogliono proprio correre. Secondo una «Passio» latina Sergio era un anziano magistrato, che aveva abbandonato la toga per vivere da eremita. Al tempo dell'imperatore Diocleziano il governatore dell'Armenia e della Cappadocia, Sapricio, trovandosi in città, convocò tutti i cristiani di Cesarea, perché prendessero parte alle celebrazioni in onore di Giove. Tra loro c'era anche Sergio, ma quando apparve i fuochi accesi per la divinità pagana si spensero. Subito la colpa dello strano fenomeno venne data ai cristiani, ma Sergio spiegò che lo spegnersi di quei fuochi era il segno dell'impotenza degli dei pagani davanti al Dio dei cristiani, l'unico e vero Dio. Per questo l'anziano venne subito arrestato, condannato e decapitato.
Altri santi. Sant'Evezio di Nicomedia, martire (III-IV sec.); beato Tommaso Maria Fusco, sacerdote (1831-1891).
Letture. Romano. Gio 3,1-10; Sal 50; Lc 11,29-32.
Ambrosiano. Gen 3,22-4,2; Sal 118 (119),9-16; Prv 3,11-18; Mt 5,17-19.
Bizantino. Aliturgico.
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