Quei piccoli "fallimenti" che portano alla santità
martedì 12 ottobre 2021
Il fallimento può essere la strada che porta alla santità, perché non sono le nostre cadute, i nostri errori, le nostre incapacità a definire ciò che siamo, ma la capacità di continuare a spingerci verso un orizzonte più ampio. Così come fece san Serafino da Montegranaro, sul quale nessuno avrebbe posto la propria fiducia, ma che riuscì a diventare un punto di riferimento per molti. Era nato nel 1540 a Montegranaro nelle Marche; povero, fece anche il custode di gregge finché a 18 anni entrò in convento a Tolentino come religioso fratello nell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Dopo il noviziato a Jesi, visse in diversi conventi delle Marche, perché, nonostante la buona volontà e la determinazione, nei compiti che gli venivano affidati non riusciva ad accontentare né superiori, né confratelli, che non gli risparmiarono rimproveri. Nel 1590 si stabilì definitivamente ad Ascoli Piceno, mettendosi "alla scuola" del Crocefisso e del Rosario. Pian piano di fece umilmente conoscere dalla gente, che, quando egli morì il 12 ottobre 1604, lo considerava già santo.
Altri santi. Santi Felice, Cipriano e compagni, martiri (V sec.); beato Romano Sitko, sacerdote e martire (1880-1942).
Letture. Romano. Rm 1,16-25; Sal 18; Lc 11,37-41.
Ambrosiano. 1Tm 1,18-2,7; Sal 144 (145); Lc 21,10-19.
Bizantino. Col 1,1-3a;6b-11; Lc 8,1-3.
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