giovedì 2 luglio 2009
Recente, anche qui, il ricordo di Mario Melloni, "Fortebraccio" corsivista su "L'Unità". Qualcuno all'ingrosso l'ha accusato di "stalinismo", ma quando lui cominciò a scrivere i suoi corsivi Stalin era morto da 14 anni e perciò giustamente ("Unità", 28/6, p. 37: "Troppo divertente per uno stalinista") l'ha difeso Bruno Gravagnuolo che però ha voluto strafare, scrivendo che Melloni era "contro una Chiesa chiusa e integralista, almeno fino al Concilio". Ma Fortebraccio iniziò a scrivere su "L'Unità" nel 1967, e il Concilio era finito nel 1965! Malannaggia la fretta di questa "Unità", la stessa che (27/6, p. 2) le ha fatto dire "addio a Carlo Verdone", per fortuna vivissimo. Guai se comunque in redazione manca senso della storia! Martedì p. es., sempre "Unità", 4 belle pagine ricordano Giorgio Ambrosoli, ucciso nel 1979 da un killer assoldato da Michele Sindona, con un'ampia intervista ad Umberto, figlio di Ambrosoli. Ma a p. 4 ecco la didascalia per una foto d'aula di Tribunale: "La vedova Sindona durante il processo, alla sua destra il giovane Umberto". Il figlio della vittima in aula accanto alla "vedova" del mandante dell'assassinio di suo padre? In realtà la foto era "dal processo Sindona", con la vedova Ambrosoli e alla sua destra il figlio Umberto. Problemi di memoria. Ma forse anche di senso del ridicolo.
Infatti leggo che presto i corsivi di Villaggio/Fantozzi sostituiranno quelli di Fortebraccio! E il contagio è vasto. Ieri "Repubblica" (p. 14) lancia "Un Pd da combattimento": come segretario, contro Franceschini e Bersani "avanza Civati, del Gruppo di"Piombino". Per andare a fondo?
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