mercoledì 16 marzo 2022
Chiude il ristorante e cucina i crauti per il popolo dell'Ucraina. Lo ha fatto Romeo Morelli, giovane cuoco del ristorante Bergè a Pino d'Asti, supportato dalla cooperativa sociale Basso Monferrato Astigiano.
Sono cambiate tante cose nel corso di una settimana e questa iniziativa che mette insieme due aspetti, il possibile spreco delle verze nei campi a fine raccolta e il fatto che gli ucraini abbiamo difficoltà a mangiare la pasta che viene regalata, dice che si è messo in moto un afflato per rendere viva la pace.
Ma nel frattempo ci si scontra col paradosso che il prezzo del grano scende, ma di contro aumenta quello del pane, perché di mezzo ci sono i costi dell'energia, mentre nei supermercati tornano gli scaffali vuoti su alcuni generi e l'olio di girasole è già rarità. Costo del mais ed energia stanno piegando le stalle e l'eliminazione dei capi di bestiame diventa la soluzione per certi allevatori in crisi, mentre a causa della peste suina, in Piemonte, sono già stati abbattuti 3mila capi di maiali. E ci si mette pure la siccità a minacciare la prossima campagna agricola. Intanto il prezzo dei carburanti ha riportato le auto in garage e le autostrade registrano una flessione nei pedaggi (per ora il 5%). Stop anche alle gite scolastiche. In due città come Verona e Torino sono pure iniziati, a titolo volontario, le riduzioni di orari di apertura nei bar, che è un modo spicciolo per risparmiare. E mentre la guerra in Ucraina incalza, nasce il partito del "senno del poi", che ha i medesimi toni delle insopportabili discussioni al bar, dove vince chi disegna gli scenari più tragici, casomai avessimo problemi a prendere sonno facilmente. Nel mezzo, da destra e sinistra (ovvero gli ex ministri dell'Agricoltura De Castro e Centinaio), si alzano le richieste di togliere i limiti alle semine previsti dall'Unione Europea, perché la prospettiva non è più di fare dell'Europa un giardino, ma una realtà agricola che concorra all'autosufficienza alimentare. Ora, se questo non è uno scenario di guerra, sicuramente assomiglia a quello del dopoguerra, dove l'agricoltura era impostata sulla necessità di sfamare un popolo, che oggi accorpa anche quella percentuale in crescendo di profughi già accolti nelle nostre città.
Si naviga a vista? Sì, è evidentemente così, sperando che San Patrizio, festeggiato domani, ci illumini: è il momento di fare ciascuno la propria parte, al pari del cuoco che prepara i crauti. Il senno del poi, invece, lasciamolo al bar, accanto al detto: "Piove, governo ladro"... che ha perso pure d'attualità.
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