domenica 21 agosto 2011
Roba vecchia sul Corriere della sera, roba di 43 anni fa. È, infatti, del 1968 il libro "La bomba demografica" dell'ambientalista Paul Ehlrich, che però si conferma vittima della sua stessa bomba. I quattro capitoli del suo libro avevano questi titoli: "Troppa gente", "Poco cibo", "Un pianeta morente per inquinamento umano" e "La contraccezione rischia di fallire". Il Corriere (lunedì 15) riprende l'argomento con un fondo di Giovanni Sartori. Lo ha già ricordato su Avvenire Alessandro Rosina (mercoledì 17): nel 1968 gli abitanti della Terra erano meno di quattro miliardi, oggi se ne contano sette e le condizioni del nostro pianeta non sono certamente peggiori di allora. Ma ci sono altri numeri e alcune cattiverie di Sartori da segnalare. La prima: se «a fine secolo, nel 2100, saremo 10 miliardi», questo «è anche perché l'Aids è diventato controllabile e non uccide più come prima». Non sarà così, ma parrebbe addirittura che gli dispiaccia. La seconda: «È anche per merito (o per colpa) della Chiesa cattolica che si ostina – pressoché sola tra tutte le religioni – a proibire i contraccettivi e a demonizzare il controllo delle nascite». La Chiesa – pressoché sola tra tutte le religioni – insegna piuttosto l'uso responsabile della sessualità (anche per evitare l'Aids) e della genitorialità. E poi i cattolici sono una minoranza nel mondo (un miliardo e mezzo su sei e mezzo) e molti non seguono gli insegnamenti della Chiesa in questo campo. Non c'è dubbio che gli altri cinque miliardi fanno tutto fuorché ascoltarli. La "population bomb", che a Ehlrich è già scoppiata tra le mani, Sartori tenta di riattivarla come segue: «La crescita demografica va fermata ad ogni costo». Anche della ripresa dell'Aids? E poi: «Non c'è tecnologia che basti e che ci salvi con dieci miliardi di viventi»: eppure la storia insegna che più menti umane esistono e più il progresso avanza in tutti i campi. Con gli auguri a Sartori di arrivare il più possibile vicino al 2100 e constatare che il mondo sopravviverà. Forse persino senza Aids.

L'AMORE: UN GIOCO?
Secondo L'Espresso (18 agosto), che accoglie il pensiero di Pascal Bruckner, filosofo parigino dell'euforia, «il matrimonio è fallito da quando non è più d'interesse, ma poggia sull'amore». La prova: «In Francia non resiste un matrimonio su due, negli Stati Uniti il tasso di divorzio è del 47,9 per cento« e «l'Italia non è da meno: 297 separazioni e 181 divorzi ogni mille matrimoni» (dati Istat 2010) e i matrimoni sono oggi la metà di quelli degli Anni Settanta. Eppure «siamo liberi di sposare chi ci pare». Proprio così: «Chi ci pare», non chi amiamo e chi ci ama. La questione è tutta in questo interrogativo: che cosa s'intende per amore. Oggi spesso è una specie di gioco.

CINQUANTENNI
Da Liberazione, quotidiano del Partito della Rifondazione Comunista (sabato 13): «Muro di Berlino, 50 anni dopo: "Un'ingiustizia inaccettabile"».
Da l'Unità, già quotidiano del Pci, un articolo di Giuseppe Vacca (giovedì 18) nel cinquantenario della morte del grande statista cattolico: «Il De Gasperi che il Pci ha capito dopo».
Ai comunisti e agli ex comunisti occorrono 50 anni per capire come stanno le cose.
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