domenica 26 aprile 2015
L'"evento Sindone" a Torino non soltanto richiama i fedeli, che vi leggono una prova della Passione di Gesù Cristo, ma sui giornali e le riviste mette in crisi coloro che in quel telo sepolcrale vedono (vogliono vedere) soltanto l'artificio medievale di una mano d'uomo (che avrebbe anticipato di quasi mille anni la scoperta del "negativo" fotografico), di una pittura (senza i colori) e di molte "finte" macchie di sangue (ma con tutte le qualità ematiche del gruppo AB). Per fortuna nessuno dei principali organi di stampa ha seguito la trovata del Corriere della sera (martedì 17 aprile): due intere pagine a firma di Paolo Mieli, giornalista e storico, presentavano la «storia della Sindone» come un «paradosso»: quello di «una incredibile leggenda […] fatta passare dalla Chiesa per "autentica"», ma ignoravano totalmente la mole di ricerche e scoperte scientifiche che hanno rivelato tutto ciò che quel lenzuolo contiene di "storico" e di scientifico, tanto che molti scienziati giudicano la Sindone un documento e una testimonianza credibili. Il vero paradosso, perciò, è solo quello di Mieli, cioè di una "storia" che deliberatamente ignora i suoi contenuti scientifici, i quali depongono per la più che probabile autenticità del telo. Eppure, anche i dati della scienza appartengono alla storia. Molti altri giornali si sono occupati della Sindone con più serietà, senza trascurarne l'aspetto di almeno possibile documento di un fatto storico, però… Però il National Geographic di Aprile ha dedicato copertina e 21 pagine alla "storia", cominciando dai Vangeli e ne ha lasciato soltanto due a "La scienza della Sindone", dovute a Bruno Barberis, direttore del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino. Giustamente La Stampa offre invece ai suoi lettori (domenica 19) 16 pagine molto articolate e rispettose delle convinzioni dei credenti, ma anche di molti ebrei, protestanti, agnostici, compresaquella del Prof. Pierluigi Baima Bollone (120 pubblicazioni scientifiche in materia di medicina legale), il quale si dice «certo per ragioni razionali e scientifiche», della "verità" della Sindone. Neutro, Il Giornale concede uguale spazio alla «reliquia» e al «dipinto», quest'ultimo affermato con forza da Luigi Garlaschelli, professore all'Università di Pavia. Ma si può fare pittura senza i colori? Per finire: secondo l'Enea, agenzia nazionale per le nuove tecnologie, per imprimere un'immagine su un lenzuolo di lino, come la Sindone, occorrerebbe una «radiazione della potenza pari a 34.000 miliardi di Watt» (fonte: VaticanInsider).SPEGNIMENTO BENEFICOStanco di vivere, un “visagista” di Enego (Vicenza), 64 anni, annuncia al Corriere del Veneto (martedì 21) che lui è iscritto a "Exit", l'associazione dei morituri volontari, e che sta programmando lo «spegnimento del suo esistere». Prima, però, «venderò tutti i miei immobili» (alcuni showroom a Milano, una casa a Enego e una villa a Taormina, in Sicilia) «per aiutare orfani, vecchi e profughi che fuggono da guerre pestilenze e carestie». Progetti un po' contraddittori, ma speriamo che, nel Giudizio universale, nostro Signore li valuti come un'attenuante dello "spegnimento".LINGUA MALATAIl linguista Andrea De Benedetti lamenta sul Messaggero (martedì 21) lo scarso «stato di salute dell'italiano» affetto da «intrusioni dell'inglese e da parole brutte o sbagliate. Esempi: «L'apocalisse dei migranti» (la Repubblica, titolo in prima pagina, lunedì 20); «L'apocalisse degli uomini neri» (Il Fatto, pag. 7, martedì 21), ma apocalisse, dal greco apokálypsis, vuol dire “rivelazione”. Molti si lamentano ma nessuno si occupa del grave e più diffuso errore di usare il "te" al posto del "tu". Se almeno la Tv insegnasse, parlando, un buon italiano agli italiani…
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