venerdì 18 marzo 2011
Pazienza? Ieri "Unità", p. 24: «Il primo statista a ordinare l'esposizione dei crocifissi nelle scuole, negli ospedali e nei tribunali d'Italia è stato Camillo Benso conte di Cavour. Un laico che guardava l'Italia, non i muri»! Lo sapevi, ma fa piacere trovarlo su pagine che sul tema hanno sempre polemiche opposte, e giorni fa esaltavano un magistrato ora disoccupato perché non vuol lavorare " lui! " dove c'è il Crocifisso. E magari domani fanno il bis. Già: i fatti sono sempre più duri delle fissazioni da pregiudizio. Perciò ancora ieri sulla copertina del "Corsera" per la festa dell'unità d'Italia c'era "Marzo 1821", «la più bella poesia del Risorgimento» scritta da Alessandro Manzoni, che da cattolico non ha mai rinnegato quei suoi splendidi versi, e su "Repubblica" (p. 45) leggevi che a Napoli «Garibaldi capì che doveva partecipare alla festa di S. Gennaro" il miracolo del sangue che si scioglie». Del resto lui la sua Anita l'aveva sposata a Montevideo il 26 marzo 1842, nella chiesa dove aveva fatto anche battezzare i figli, e "Avvenire" (9/3, p. 24) raccontava che nel 1849, in fuga verso Venezia, lui fece celebrare tre Messe a Pietrarubbia, comprò una cassetta di rosari a Loreto e, ospite con Anita nei conventi francescani, osservò che «dove ci sono i frati anche l'aria è buona». Eppure sempre ieri, ancora "Corsera", "Cronaca" di Roma (pp. 1 e 2) ecco l'accusa/calunnia del «celebre storico»: «A Roma nel 1861 quasi tutti i clienti delle prostitute erano preti»! Per pudore "omissis" sul nome, e siamo alle solite: tanti da noi hanno ancora in testa i "muri" crollati nel 1989. Paiono quelle persone sulla scala mobile che, se manca la corrente, restano lì finché non riprende.
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