martedì 2 settembre 2014
Anche la burocrazia ha un cuore. O meglio un cervello, in grado di comprendere le fatiche della madre di un figlio autistico, impossibilitata ad assisterlo per la distanza tra casa e luogo di lavoro, la scuola in cui insegnava. Così, dopo un anno passato a percorrere 300 chilometri al giorno, da Lecce a Taranto e ritorno, per recarsi al lavoro e rientrare a casa la sera, dove ad attenderla c'era il figlio Michele, un ragazzone autistico di 22 anni, finalmente è arrivata la svolta. «Ho ottenuto l'assegnazione provvisoria a Ruffano, a pochi chilometri da Casarano. Inizia una nuova vita», racconta Marina all'agenzia Redattore sociale . «Finalmente, smetterò di viaggiare. Credo che siano state decisive le mie insistenti richieste (aveva scritto all'ex ministro Carrozza e al presidente Napolitano, ndr), come pure l'aiuto che, grazie anche alla rete e ai social network, ho ricevuto nella compilazione della domanda. Ho indicato tra le possibilità di assegnazione anche la secondaria di primo grado, pur avendo sempre insegnato al liceo. Ed è lì che sono stata infine destinata, almeno per quest'anno».La richiesta di Marina nasceva dalla scelta di iscrivere Michele al centro diurno di Casarano. «Abbiamo visto grandi progressi in Michele, come mai ne avevamo visti in 22 anni. Proprio ieri ha partecipato a una rappresentazione teatrale, rispettando i tempi e interpretando la propria parte. E questo dà senso a tutti i sacrifici che abbiamo fatto e che continueremo a fare».
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