mercoledì 22 gennaio 2020
Ha venticinque anni, a vederlo, mingherlino com'è, non lo diresti una delle speranze della musica napoletana. Parliamo del compositore Enrico Mormile, che foraggia la sua attività creativa con i magri proventi di supplente nelle scuole medie statali, in particolare in quel di Pianura. Così, con sacrifici e facendo in gran parte tutto da solo fino all'immagine di copertina, Enrico, classificatosi con la sua band al terzo posto al Festival di Napoli, è giunto al traguardo del primo disco che ha nei giorni scorsi finito di registrare. Questo suo esordio ufficiale ha per titolo un'esclamazione che può intendersi anche come un "osanna" a quella ricchezza interiore che tutti abbiamo ricevuto in dono e della quale spesso facciamo poco o cattivo uso: "Quanta luce", del pensiero umano, ovviamente. Mormile, pur inserendosi nella tradizione musicale napoletana, non ha inteso scrivere soprattutto canzoni d'amore. Salvatore Palomba, l'ottantacinquenne autore dei famosi ritmi di "Carmela", ha corretto il vernacolo dei suoi testi, e così pure gli hanno dato una mano Anna Galiano e il sassofonista Alessio Castaldi, ma egli ha messo in musica i più brucianti temi di oggi. Così Mormile ha voluto, sia pure dolorosamente, cantare il razzismo e la discriminazione verso chi viene dal Sud del mondo, la pace e l'amore universali.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI