sabato 28 marzo 2015
A pensare male non sempre ci si azzecca! Ieri su "Libero" (p. 16) e "Giornale" (p. 6) due titoli iniziano su «Bergoglio» e penso male: buttato lì come segno di ostilità. Leggo poi qui (p. 13) «Fernandez. Fede alla Bergoglio» e allora no: con scuse. C'è anche spunto per "morsi" seri. Ancora ieri "Giornale" (p. 6): «La crociata di Papa Francesco in difesa dei cristiani aggrediti… Solo negli ultimi mesi decine di interventi contro i fanatici che uccidono in nome di Dio». Scrivere «solo negli ultimi mesi» vuol dire sottolineare che anche prima il Papa aveva difeso «i cristiani aggrediti», ma se è riconoscimento onesto lo si faccia notare a chi, proprio da quelle parti, anche di recente ha scritto spesso, e incredibilmente, il contrario.Da quelle stesse parti c'è ancora chi va appresso al vecchio vizio di chiamare «comunista», e addirittura «marxista», chi critica la visione economica dominante in un sistema mondiale che produce ricchezza per pochi e miseria per molti. E così su "Italia Oggi" (17/2, p. 12) arriva la "lezione" a Francesco. Gianfranco Morra finge una domanda sul «Perché il Papa minimizza la dottrina sociale della Chiesa» e si risponde sicuro: «Perché privilegia la prassi sulla teoria», «l'amore senza i princìpi» e propone, sì, «apostolato e carità», ma «senza il fondamento della fede, senza la forza della razionalità». Con conclusione secca: «Il primato della prassi appartiene al marxismo, non al Cristianesimo»! Lezione al Papa! La solita accusa utilizzata in passato verso non pochi "testimoni" del Vangelo: tra tanti ricordi un triste «comunistoide» scritto da un eminentissimo nei confronti di don Milani, e l'accusa ripetuta tante volte a don Ciotti. Eppure sta scritto: «Non chi dice Signore, Signore… ma chi fa ciò che vuole il Padre mio!». E ancora (Mt 25): «Venite, benedetti!» a coloro che hanno «fatto», cioè anche senza «teoria» hanno praticato la carità.
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