sabato 9 dicembre 2023
Messa così, come la racconta il corrispondente da Parigi del “Corriere” (7/12), Stefano Montefiori, è davvero grossa. Titolo: «Svolta francese: si torna a bocciare». Ecco come viene descritta l’annunciata riforma del ministro Attal, decisa dopo i disastrosi esiti del rapporto “Pisa”: «Fine dell’egalitarismo post-sessantottino, dello sforzo di apprendimento collettivo e della concertazione con allievi e genitori: si torna a bocciare e per decisione insindacabile degli insegnanti, le classi vengono divise in tre gruppi a seconda del livello degli allievi (i bravi con i bravi, e così via), l’esame finale delle medie, il brevet, passa da formalità a condizione necessaria e severa per accedere al liceo». Stranamente, i commenti – e gli accapigliamenti – al momento latitano, anche se la materia si presterebbe allo scontro ideologico a cui i quotidiani raramente rinunciano. Per ora l’unica replica, di alto valore, è di Eraldo Affinati sulla “Stampa” (8/12). Considerazioni critiche, che vale la pena riportare per esteso: «Credere di poter raddrizzare le sorti dell’istruzione nazionale semplicemente tornando a scremare gli allievi in base al rendimento da essi ottenuto nei test di verifica, basati su standard di valutazione oggettiva, a mio modesto avviso significa aver frainteso la funzione della scuola pubblica che non dovrebbe essere una gara olimpica, nella quale si premiano i vincitori senza curarsi degli sconfitti, bensì un luogo di formazione collettiva, dove ognuno possa scoprire i propri talenti, mettendoli a disposizione di quelli altrui: soltanto così verrebbe garantito il bene comune. Non è assolutamente detto che una classe di saputelli diventi il laboratorio dei futuri premi Nobel: quasi sempre accade il contrario. Quel che invece appare certo è il completo azzeramento dell’autostima in un gruppo formato da mediocri e ripetenti. Per un docente lavorare con scolari eterogenei può risultare faticoso: ma è la sfida che produce maggiori soddisfazioni». Da guardare con indubbia simpatia è invece l’iniziativa del ministro Valditara (“Corriere”, 7/12) per controlli severi su 70 “diplomifici”, specialmente in Campania, denunciati da un’inchiesta di Gian Antonio Stella: strani istituti fatti solo di classi quinte dove si recuperano tre o quattro anni in uno. © riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: