giovedì 26 aprile 2018
«Padre Florian, il prete “oscuro”»: Stefano Zurlo (“Giornale”, 21/4, p. 15) annuncia la sorpresa: questo «reazionario a tutto tondo» celebra Messa anche per i peccatori. Scoperta? Qualcuno duemila anni fa ha detto «Non sono venuto a chiamare giusti, ma peccatori». Tutte le Messe sono per i peccatori. Cioè proprio tutti, da queste parti, salvo Lui e sua Madre, perdonata e salvata in anticipo. Tutti! Si può scrivere anche di cose non ben “comprese”, ma ci sono limiti. La vicenda è ancora in corso per me che scrivo, ma vale anche per “Repubblica” (24/4, p. 30) ove Michela Marzano («Caso Evans. La vita di Alfie un pasticcio italiano») scrive indignata che «la decisione di fare tutto il possibile per mantenere la vita del piccolo Alfie è incomprensibile». Vorrebbero i genitori, ma lei non comprende? È libertà, e basterebbe. Ma aggiunge che la decisione è tale (cioè «incomprensibile») anche «da un punto di vista etico e giuridico». Autoinvestitura: la morale e il diritto sono io! Seguono le (sue) ragioni: «Perché la richiesta giunge a pochi mesi» da una legge approvata in Italia «che consente di evitare» quello per lei è “accanimento terapeutico”. Domanda: posto che sia così, consente od obbliga? Se consente non obbliga! Ecco il suo “non comprendere”: riguarda anche il fatto che nella vicenda di Alfie, in realtà, si tocca la vita di tutti, e che certe sicurezze possono avere radici anche nei pregiudizi, magari ostentati come verità assolutamente indiscutibili... In nome e per conto della propria libertà si impone a tutti una visione non da tutti condivisa, e si impedisce a chi non la condivide di potersi comportare liberamente: nel caso, i due genitori vogliono che Alfie viva, fino a quando è possibile. Lei non lo comprende? Si rassegni al fatto che anche altri, che nel caso hanno più diritti di lei pensano. Persino superando le sue incomprensioni...
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI