giovedì 19 maggio 2016
«La vera scienza (non) è spettacolo» (“Corsera”, 17/5, p. 20). Leggi e condividi, anche se la firma, Edoardo Boncinelli, ogni tanto e anche di recente (qui 26/4) la trovi sotto l'affermazione che «Darwin caccia a pedate l'idea di Dio» da ogni credibilità, che – nel caso – sa tanto di avanspettacolo. Non dovrebbe essere spettacolo anche il giornalismo, e invece a volte lo è: spettacolo di incomprensione e/o di supponenza. Se per esempio (“Il Dubbio”, 17/5, p. 11) leggi che Francesco ai vescovi italiani ha detto «Ispiratevi al prete delle favelas» mentre constati che ha detto ispiratevi all'esempio di Gesù, allora l'incomprensione non solo c'è, ma è anche esibita. Ancora peggio, però, se ieri in prima pagina de “Il Tempo”, con grande foto di Francesco e seguito a p. 12, leggi che lui starebbe combattendo una sua «Guerra Santa… contro la Chiesa» e che proprio «ieri è l'ultimo attacco». Sempre «pedate» appaiono, ma stavolta la firma non è dell'allegro professor Boncinelli, bensì del professor De Mattei, fama di cervello fine, talora smentita dai fatti. Secondo lui papa Francesco rompe ogni legame con la fede cattolica di sempre, è «un rivoluzionario» nel senso peggiore del termine. Più a fondo: «La cifra distintiva dell'attuale pontificato» sarebbe «una certa schizofrenia» che «confonde il Vangelo» con le «ideologie socialcomuniste». Un vero spettacolo, luogocomunista, in prima pagina! Qualcuno forse su “La Croix” ha letto parole di comprensione e di apertura pastorale di Francesco verso chi finora non ha ancora accolto veramente la lezione del Concilio, e allora ha paura di rimanere solo e – bontà sua – non ricorre alle «pedate», ma usa la… catapulta. Altrove né scienza, né giornalismo, qui in senso serio. Piuttosto boomerang e balle, grosse balle.
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