giovedì 1 marzo 2018
Ieri su “Repubblica” (p. 59) il mio amico dialettico Piergiorgio Odifreddi, che ogni tanto anche un po' a tradimento mi mette in mezzo alle sue tirate in rete, offre furbescamente i suoi «Elementi per una matematica della fede» e dà i numeri così: «l'1 nel monoteismo, il 2 nella dualità tra il bene e il male, il 3 nella Trinità, il 4 nei Vangeli, il 5 nelle ferite di Cristo, il 6 nei giorni della creazione, il 7 nei peccati capitali, l'8 nelle beatitudini, il 9 nelle novene, il 10 nel Decalogo, il 12 negli Apostoli»... Che dire? Forse che gli mancano le «undici stelle» di Genesi 37, 9, ma è il meno. Il suo pezzullo segue infatti come frutto acrobatico dell'intenzione di segnalare, tutto felice, che per la religione cattolica, in Italia, le cose andrebbero di male in peggio. È libertà. Con un pizzico di fantasia si può tutto. E infatti sempre ieri (“La Stampa” p. 22: «Un Salone pigliatutto») Emanuela Minucci racconta «le 5 domande che dal 10 al 14 maggio a Torino saranno al Centro del Salone del Libro al Lingotto». Eccole: “Chi voglio essere?”, “Perché mi serve un nemico?”, “A chi appartiene il mio mondo?”, “Dove mi portano spiritualità e scienza?”, “Che cosa voglio dall'arte: libertà o rivoluzione?” Il preannuncio dice che le risposte arriveranno anche in rete e altro, prima del Salone stesso. Stiamo allo “scherzo” anche qui, con 5 risposte: 1. Voglio essere me stesso! 2. Un nemico mi serve come altro da me stesso: solo mi annoierei. 3. Il mio mondo appartiene a me stesso, e se voglio a tutti gli altri. 4. Spiritualità e scienza mi portano in fondo a me stesso, dove se voglio trovo anche tutto. 5. Dall'arte, e da tutto ciò che vero, bello e buono, come insegnavano gli antichi, voglio i perché penultimi qui e ora, e in fondo e per sempre il senso ultimo di me stesso e di tutta la realtà. Ecco, anche per l'amico Piergiorgio: a brigante, brigante e mezzo! Con «undici stelle».
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