Verso la Giornata della Memoria: storie per teen da tenerci ben strette
lunedì 22 gennaio 2024

JUDITH. LOREDANA FRESCURA E MARCO TOMATIS; GIUNTI; 14 EURO

È la fine di maggio del 1942, in Europa infuria la seconda guerra mondiale. In una cittadina polacca ai confini con la Russia, dove gli ebrei sono già da tempo rinchiusi in un ghetto in condizioni disumane, tra fame, malattie, morti e disperazione, i nazisti procedono con una soluzione finale: liberato il ghetto, riuniscono uomini donne e bambini davanti a una fossa e fanno fuoco. In quella schiera di persone inermi che cadono sotto le raffiche di mitra c’è anche Judith con le sue sorelle, il fratellino, i genitori, tutti gli amici; ma mentre la carneficina è totale, lei viene solo colpita di striscio a un braccio. Judith ha solo quattordici anni e il suo primo istinto è di lascarsi morire in quella fossa. Poi la rabbia e la consapevolezza di un dovere morale rispetto a quel che la circonda e ha visto prendono il sopravvento: dovrà salvarsi, lottare per testimoniare quello che i nazisti hanno fatto. Inutile dire che attraversare ancora tre anni guerra, sopravvivere da sola e con niente alla fame e alla paura in un mondo adulto violento, crudele e senza scrupoli sarà per Judith una grande prova di coraggio oltre che di intelligenza. Ispirandosi a storie e testimoniante reali Frescura e Tomatis restituiscono ai lettori più giovani accanto al volto truce della guerra e del nazismo quello civile e generoso, in una parola umano, di tanti che hanno saputo creare una rete di resistenza, pur a rischio della propria vita. Nella speranza di cambiare il corso della Storia e potere un giorno testimoniare l’orrore, perché non niente fosse dimenticato e tutto ottenesse giustizia. Dai 14 anni

UN COLPO ALLA PORTA, UN COLPO AL CUORE. UN COLPO ALLA PORTA, UN COLPO AL CUORE; 16 EURO

La storia di Alfredo Sarano, segretario della Comunità Ebraica di Milano al tempo delle leggi razziali e negli anni della guerra sarebbe rimasta nel silenzio se non fosse venuta alla luce grazie al suo diario riemerso dopo settant’anni da un cassetto di famiglia. Una vicenda resa pubblica da un libro pubblicato nel 2017 da San Paolo, curato da Roberto Mazzoli dal titolo Siamo qui siamo vivi, che ha affiancato al diario inedito ricerche e testimonianze di sopravvissuti A ripercorrere ora per i più giovani la cura con cui Sarano cercò di occultare i dati anagrafici degli ebrei milanesi, salvandone molti dai rastrellamenti nazifascisti è Annalisa Strada. Incaricato dal regime di redigere in gran fretta l’elenco delle famiglie ebraiche e fornirlo all’anagrafe del Comune, Sarano comprese i rischi a cui con quell’operazione di schedatura avrebbe esposto gli ebrei. Perciò cercò di boicottare il lavoro ritardando la consegna degli elenchi, confondendo i dati, includendo nominativi di persone che già avevano lasciato il Paese o erano sfollati altrove. Il tutto ovviamente con una parvenza di solerzia e senza mai lasciar intendere di perdere tempo. A rallentare il lavoro ci si misero poi dopo l’8 settembre ’43 anche la guerra, i bombardamenti, l’esodo dalla città di numerose famiglie. Tra cui anche quella di Sarano: moglie e figlie avevano trovato rifugio nel paesino di Mombaroccio, sulle colline marchigiane, dove Alfredo stesso per evitare l’arresto le raggiunse. Non prima di avere vuotato gli uffici milanesi della Comunità e, nell’impossibilità di bruciarli, nascosto nelle cantine tutti i registri e gli elenchi con i dati anagrafici di oltre 14 mila ebrei. Il fatto è che anche a Mombaroccio non ci fu tregua perché a quel punto l’Italia del centro-nord, con i tedeschi in risalita inseguiti dagli anglo-americani era diventata bersaglio di feroci rappresaglie naziste, incursioni aere e bombardamenti alleati. Bisognava perciò mettere in campo coraggio, sangue freddo, e intelligenza ma i Sarano poterono contare anche sull’aiuto e la protezione di persone che silenziosamente hanno scelto di stare dalla parte giusta. Dai 13 anni

LA GUERRA DI SAFIYYAH. HIBA NOOR KHAN; LA NUOVA FRONTIERA JUNIOR; 18,50 EURO

C’è una pagina di storia poco conosciuta tra le pagine di questo romanzo che riguarda il ruolo della Grande Moschea di Parigi durante la Seconda guerra mondiale nella salvezza di centinaia di ebrei, soccorsi, nascosti, protetti dai rastrellamenti di massa e aiutati a lasciare la Francia. Tutto grazie al suo rettore, all’imam e a tanti altri membri della comunità islamica parigina che animarono la Resistenza in quei tempi bui mettendo tutti a rischio la propria vita. È il giugno del 1940. I tedeschi hanno invaso la Francia e marciano verso Parigi, lasciando alle spalle una scia di morte e distruzione. La guerra arriva presto per le strade della capitale e la vita di Safiyyah, ragazzina determinata e gentile, cambia per sempre. La famiglia della sua migliore amica Isabelle, il cui padre lavorava per il governo francese è fuggita e lei è nello sconforto più completo. In totale segretezza suo padre, rettore della moschea e l’imam diventano parte attiva nel dare rifugio proprio nella moschea ai soldati alleati feriti e agli ebrei cui forniscono documenti d’identità contraffatti. Ma quando suo padre, arrestato e poi rilasciato, resta un sospettato tenuto sotto controllo dai nazisti, Safiyyah si fa avanti, pronta a fare la propria parte. Conosce bene le strade di Parigi e suoi passaggi segreti che conducono a un passo dalla libertà. Il coraggio non le manca. Dai 13 anni.

ERAVAMO IL SUONO. MATTEO CORRADINI; EDIZIONI LAPIS; 12,90 EURO

Conchiglie grosse quanto il palmo della mano: le tredicenni Alma e Anita le hanno raccolte sulla spiaggia per conto dell’insegnante di musica. Devono preparare uno spettacolo musicale sulle ragazze dell’orchestra femminile di Auschwitz, “l’orchestrina”, come le chiamavano al campo, che suonava ai cancelli per la gente che andava al lavoro nelle fabbriche del territorio e ogni tanto per le SS. Sul bagnasciuga Alma e Anita hanno raccolto una conchiglia strana dal soprannome curioso, orecchio di mare, perché se si avvicina all’orecchio si sente qualcosa di antico, come se passato e presente potessero incontrarsi. È un modo suggestivo perché le due ragazze entrino in sintonia con quelle ragazze di ieri che stringe il cuore solo a pensarle nell’orrore del campo, prima un piccolo gruppo poi oltre una quarantina, imbracciare chi un violino, chi un clarinetto o una fisarmonica e poi immaginarne un’altra era seduta con un violoncello appoggiato alle ginocchia e un’altra ancora percuotere un tamburo o suonare un sassofono. Ragazze francesi, polacche, russe, greche, austriache arrestate perché ebree o perché accusate di essere nella Resistenza. E poi schierate lì, ciascuna davanti a un leggio, costrette a suonare per ore nella disumanità del lager. Ai cancelli, sul limitare della libertà, ben sapendo che quella musica carica di dolore non avrebbe allietato nessun cuore. Romanzo e Storia s’incontrano in questo lavoro di Matteo Corradini, scrittore ed ebraista che da anni si occupa di Didattica della Memoria, nell’intento di riportare alla ribalta la storia di otto delle quarantasette giovani donne che tra la primavera del ’43 e l’autunno del ’44 ad Auschwitz animarono quella orchestra. Trovando nella musica un filo che le ha unite e che pure nella disperazione ha regalato tra loro uno sprazzo di umanità. Dai 14 anni

LILIANA SEGRE. IL DISCORSO AL SENATO DELLA REPUBBLICA DEL 13 OTTOBRE 2022 EINAUDI RAGAZZI; 10 EURO

Ci sono parole su cui sarebbe bene ogni tanto riflettere, parole da non dimenticare, anzi da tenersi strette perché hanno a che fare con la civiltà del vivere comune, con la democrazia e le istituzioni che devono garantirla, con l’impegno di cittadinanza di ciascuno. Tra queste spiccano e cadono a proposito, in questa settimana in cui si celebra la Giornata della Memoria, quelle pronunciate dalla senatrice a vita Liliana Segre il 13 ottobre 2022 al Senato della Repubblica per aprire i lavori della diciannovesima legislatura. Proprio lei che ha conosciuto con le leggi razziali e la deportazione ad Auschwitz l’odio e i disastri della non democrazia, e che non perde occasione per denunciare i rischi dell’indifferenza che definisce atteggiamento più colpevole della violenza stessa, e il valore della memoria su ciò che è stato “per ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare”. Per questo Einaudi Ragazzi ha deciso di trasformare in un libro rivolto specialmente ai più giovani quel discorso che è stato un richiamo alla responsabilità delle istituzioni, di tutti e non proprietà di qualcuno, “a una politica alta e nobile che dia prova di rispetto, si apra all’ascolto, si esprima con gentilezza”. E non lasci indietro nessuno. Un invito infine a tutti a trovare nella nostra Costituzione un ancoraggio democratico perché, e lo ha detto citando Piero Calamandrei, la Costituzione non è un pezzo di carta, ma il testamento di centomila morti caduti nella lunga lotta per la libertà iniziata non nel settembre del ‘43 ma dall’assassinio di Giacomo Matteotti. Un libro per tutti dai 13 anni

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI