Mati e Mata, amiche ginnaste, divise dalla cittadinanza
lunedì 13 maggio 2019

Erik Satie - nato in Normandia a Honfleur nel 1866 e morto a Parigi nel 1925 - è stato un musicista fuori del comune, un compositore e un pianista originale e anticonformista. La sua musica fuori dai canoni tradizionali ha anticipato molte delle innovazioni che avrebbero influenzato anni dopo anche la musica pop, il rock, il jazz. Satie era quel che oggi si direbbe “uno strano”, un uomo schivo dai comportamenti stravaganti che si conoscono attraverso lo scambio di lettere intrattenuto con molti amici, tra cui scrittori e musicisti francesi.

Ha vissuto a lungo a Parigi in un minuscolo appartamento che chiamava “l'Armadio”: due stanze, di cui ne abitava una soltanto. L'altra era chiusa a chiave e quando alla sua morte venne aperta si trovò una collezione di ombrelli di vari generi, a cui lui teneva così tanto che non li usava. Quanto al suo stile personale, Satie vestiva abitualmente completi in velluto blu, tutti uguali, che possedeva in grandi quantità. Su questi dati bizzarri della vita del musicista, Sante Bandirali – editore di Uovonero, musicista e musicologo oltre che traduttore e autore – ha costruito un racconto per i più piccoli, Il signor Erik (Uovonero; 16 euro), con un testo sintetico che trova una poetica espansione nelle tavole di Francesca Corso. Parole e immagini ci restituiscono l’immagine dell’uomo malinconico e sognatore che era Erik Satie, a cui bastavano poche cose per vivere, ma con una musica nuova in testa. Note che come rami fioriti riempiono le sue giornate e finiranno, come simbolicamente mostrano i risguardi di copertina, di risuonare molti anni dopo nel nostro mondo. Dai 6 anni.

Biologa per sbaglio, disegna da sempre. Dice questo di sé Anna Crema, trevigiana trapiantata a Milano, appassionatasi all’illustrazione per l’infanzia dipingendo sui muri della cameretta di Matilde e adesso anche di Rodolfo. È dedicato proprio a sua figlia e alla sua amica del cuore – e a tutte le bambine che inseguono un sogno - questo albo che è un inno all’autenticità dell’amicizia, legame che non conosce età, colori e nemmeno cittadinanze. È una storia straordinaria nella sua semplicità quella di Mati e Mata che Anna Crema ha scritto, illustrato e pubblicato con ElectaKids (12,9 euro), attingendo alla realtà: vicine di casa, compagne di scuola e di giochi in casa e sotto casa, ma soprattutto amiche Mati e Mata condividono anche la passione per la ginnastica.

Arrampicandosi sugli attrezzi, i pali e gli anelli del parchetto milanese, le bambine sognano di diventare insieme campionesse, come quelle che si vedono in tv, con il costume azzurro, le medaglie al collo, il tricolore alle spalle, l’inno di Mameli e le lacrime di gioia agli occhi. Sogno impossibile perché anche se le due si sentono sorelle e italiane in tutte e per tutto, per lo Stato Mata - nata a Milano da genitori egiziani – è cittadina egiziana. E così non potrà certo concorrere alle Olimpiadi per l’Italia. Per fortuna almeno i sogni non conoscono frontiere e l’amicizia, quella amicizia tenace e assoluta di cui sono campioni i bambini, vince su tutto. Però che ingiustizia… Dai 5 anni

Ci sono principesse, in certe favole, davvero capricciose. Prendete Petunia, che il padre Re Romualdo cerca di accontentare in tutti i modi, anche nelle richieste più impossibili. Come quel giorno in cui affacciandosi alla finestra e vedendo in lontananza una bella distesa azzurra Petunia chiede al papà di averla a portata di mano vicino al castello. Trasferire il mare sotto casa non è affare semplice, ma nelle favole succede.

Perché il sovrano ha un potere assoluto, anche quello di compare ciò che è di tutti e di far volare la testa di chi vi si oppone. Ma può un singolo, anche se potente, comparare quel che è di tutti? Si dovrebbe dire di no, ma quando Petunia chiede, papà provvede. Infilato il mare nel cratere di un vulcano, con i pesci stretti stretti, Petunia può farsi una nuotata senza pensare che là dove c’era il mare barche, navi e velieri sono a secco e i pescatori a bocca asciutta. Neppure i pirati possono fare il loro lavoro. Hanno però un’idea geniale. Sbrigativa ma efficace. Provocatorio e divertente come sempre, inconfondibile nel mix di disegni e collage Gek Tessaro con Il mare rubato (Lapis Edizioni; 14,50 euro) ci racconta una rapina del territorio senza eguali. L’eccesso di una favola con tanti echi nella realtà. Dai 5 anni

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