mercoledì 15 giugno 2011
"Dal voto un segnale serio e scomodo": così qui ieri l'editoriale del direttore. Altro: "Mattino" (p. 5): "La Chiesa esulta: Famiglia Cristiana e Sir: un altro no al governo". "Secolo XIX" (p. 5): "La Chiesa scarica Berlusconi" Il mondo cattolico certifica il valore politico del verdetto". "Liberal" (p. 3): "La Chiesa esulta: l'impegno ha pagato". "Europa" (p. 1): "Quando spira il vento dei cattolici". "Il Tempo" (p. 3): "Anche la Cei contro il Cav: è iniziato il cambiamento", e (p. 8): "È la vittoria della Chiesa: fondamentale il lavoro delle parrocchie". "Manifesto" (p. 5): "No al governo: i cattolici di base trainano le gerarchie". Ancora qui (p. 9): "Azione cattolica: i cattolici determinanti" e "Le Acli: ha vinto la società civile". Leggi titoli e testi: ci sarebbe molto da ragionare e chiarire, ma torni all'editoriale (qui p. 1) e al suo titolo: "La macchina delle sberle". Beh! La sberla più grossa è per chi non voleva questi referendum, ma un'altra pesante l'ha presa " e se insiste continuerà a prenderla " tutta quella gente per la quale in tante pagine grandi e piccole "il" nemico vero è sempre la Chiesa come tale, o lo sarebbe, ma per fortuna è in «inesorabile declino»: fuori della realtà, non conta più. Ma chi sarà mai? Basta leggere! Se su "Repubblica" un giorno sì e un altro no (anzi un altro sì) trovi Augias a ripetere che «la religione ebraica, come tutte le altre, è incarnazione delle più puerili superstizioni» (23/1, p. 26), con tanti Zagrebelskj sulle stesse posizioni, e per la succursale "Unità" Papa, Chiesa e cattolici sempre sul banco degli imputati o degli asini, capisci chi altri ha preso la sberla. Speranza che imparino la lezione? Quella non muore mai!
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