martedì 7 settembre 2004
Certi uomini pii non s'avvedono che l'intimità con Dio è la quiete prima della tempesta. Dio fa piovere sui buoni e sui cattivi perché non gli piacciono le mafie. Nemmeno quelle dei buoni. S'intitola Mille e un respiro ed è una raccolta di schegge di pensiero, di battute, di aforismi di un giornalista e scrittore friulano, Beno Fignon (ed. Rubettino). Ho citato due frasi "teologiche" tra i tanti detti che mi venivano incontro nella lettura e che l'autore compara a manciate di sassolini gettati in un fiume. Da un lato, agli "uomini pii" viene ricordato che la religione non è una comoda via larga, un placido percorso di consolazione. Non per nulla Cristo parla di via stretta e ardua ed è significativo che la Bibbia per descrivere la parola di Dio ricorra a immagini "offensive" (spada, fuoco, martello"). Quando hai raggiunto l'intimità con Dio, non credere che tutto sia facile e sereno; ben presto s'accende la tempesta o la lotta e ne sanno qualcosa Abramo, Giacobbe, Giobbe, Geremia, giù giù fino allo stesso Cristo della passione. D'altro lato, però, il volto di Dio rimane sempre in ultima istanza un viso d'amore che combatte le "mafie", ossia i privilegi e le preferenze. Scrive ancora Fignon: «Dio non è giusto. È tutto sbilanciato a favore degli sbilanciati». E questa parzialità per i miseri è il massimo dell'imparzialità. Continua Fignon: «L'inventore dei miliardi di galassie ha svenduto ogni diritto d'autore per ricominciare da Betlemme». Il Dio esigente e giusto è, alla fine, il Signore dell'amore e della generosità.
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