«Ho un sassolino nella scarpa, ahi! Che mi fa male, tanto male, ahi!» Un'arietta dei tempi di "Grazie dei fior": anch'essi facevano "male". Torna in mente se leggi su "Repubblica" (22/5, p. 3) che la ministra Bonino ha bisogno di ricordare a tutti che "il Manifesto di Ventotene chiede l'abolizione del Concordato". "Chiede"? È passato più di mezzo secolo, ma certi sassolini nella scarpa bloccano tempo e spazio. Inutilmente e controvento. Basterà ricordare alla Bonino che dagli anni 40 la Santa Sede ha firmato circa altri 100 Concordati, tra gli ultimi una trentina con Paolo VI e molti altri con Giovanni Paolo II. Sicuro di avanzare, qualcuno resta indietro. Vale anche per il prof. Odifreddi (stesso giornale, p. 27) che, didascalico, spiega al lettore incolto «Come quando e dove tutto cominciò» e fa un minestrone di millenni mescolandoci allegro anche i Vangeli. Con titolo "In principio il nulla" la ricetta offerta è che «Per avvicinarsi alla soluzione bisogna rivalutare il vuoto». Leggi e scopri che anche lì un sassolino ha bloccato tutto: alla fine ancora "vuoto" e "nulla". Coincidenza: stesso giorno ("Messaggero", p. 17), stesso argomento, ben altro livello: ecco «il famoso fisico Stephen Hawking, considerato il più grande dopo Einstein», colui che ha formulato l'ipotesi del Big Bang che appare aperto al mistero, non pretende di spiegare tutto e, modesto e serio, riconosce che «non sappiamo come funziona davvero il cervello umano». Spiega ciò che può, ma non pretende di piegare né la materia né la testa dell'interlocutore. Già: lui, Hawking, non ha sassolini nella scarpa.
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