Salieri si riabilita col suo Requiem e cancella l'ombra di «Amadeus»
domenica 31 ottobre 2010
Un disco come questo mette un po' d'ordine nella percezione degli equilibri artistici che hanno riguardato il panorama musicale della seconda metà del Settecento; o almeno ci prova. Il protagonista principale è il compositore Antonio Salieri (1750-1825), la cui figura il regista Milo" Forman, nel pluripremiato film Amadeus (8 Oscar), aveva di riflesso portato sul grande schermo (grazie anche all'apporto fondamentale di un attore straordinario come Murray Abraham) attraverso una vicenda di ammirazione e odio, emulazione e invidia incentrata sulla presunta (ma irreale) rivalità con Wolfgang Amadeus Mozart; mettendo in luce l'impronta innegabilmente geniale del Salisburghese, ma di fatto gettando nell'ombra l'indubbio talento del collega italiano. Esigenze di copione, evidentemente.
A sgombrare il campo da tale possibile equivoco di fondo arriva oggi questa incisione discografica, realizzata dalle compagini vocali e orchestrali Gulbenkian di Lisbona dirette da Lawrence Foster. Sul leggio, dunque, il Requiem di Salieri, ma non solo; la tracking list di questo interessante cd (pubblicato da PentaTone e distribuito da Codaex) viene infatti completata da una coppia di lavori scritti da due tra i più celebri allievi del maestro veneto: la Cantata Bonaccia e viaggio felice di Beethoven e l'offertorio Intende voci di Schubert.
Maestro di cappella e compositore ufficiale presso la Corte imperiale asburgica, Salieri godette in vita di grande fama (nel 1778 è stato il suo melodramma L'Europa riconosciuta a inaugurare il Teatro alla Scala di Milano) e concepì il Requiem in do minore per le sue stesse esequie; impregnata di una religiosità solenne ma serena, questa partitura si presenta ricca di idee musicali e di passaggi carichi di pathos, in una successione di quadri sonori che passano attraverso gli austeri drappeggi corali dell'"Introitus" iniziale o la temperie pre-romantica del "Dies irae", il piglio eroico del "Tuba mirum" o l'aurea pastorale del "Recordare", l'oasi pacificante dell'"Agnus Dei" o l'accorata invocazione del "Libera Me, Domine" finale, che chiude degnamente questo "piccolo Requiem composto da me, e per me, Ant. Salieri, piccolissima creatura...". Anche se il Requiem di Mozart rimane tutta un'altra cosa...
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