domenica 7 settembre 2008
«Bibbia, saggezza da
condi-
videre»: titolo qui su "Avvenire", ieri, per la prossima Settimana Biblica nazionale. Ora è anche imminente, organizzata dalla Rai, la "lettura continuata" in Tv, più giorni e notti di seguito, dell'intero testo biblico. Sempre ieri su quasi tutti gli altri giornali, invece, strilli per una proposta veneta relativa alla presenza della religione nelle scuole. Sì, in pagina, in molte pagine, siamo fermi da decenni. Possibile che quel "saggezza da condividere" non sia chiaro? Possibile che vecchie mentalità smentite dai fatti - morte di Dio, fine delle religioni, vittoria dell'analisi materialista di classe o del laicismo borghese sul bisogno religioso che umilierebbe l'uomo per esaltare Dio, ecc. - da noi blocchino l'opinione pubblica riflessa dall'effimero delle pagine dei giornali sicché si teme e si rifiuta sdegnosamente persino la menzione delle "radici ebraico-cristiane" nelle carte europee? Possibile, e tristemente reale. Fa pensare in particolare che tutto, alla lettera, schieramenti politici, partiti, leggi, pratiche sociali, dibattiti ideali, valori discussi, pare ridursi al dilemma "laici-cattolici" con un presupposto anticipato di inconciliabilità che tutto immobilizza. La responsabilità di questo blocco è tutta e solo dei cattolici, anzi meglio, dei preti, anzi meglio, dei vescovi, anzi meglio, del Vaticano? Troppa pigrizia. E tu sul fronte delle idee pensi a Benedetto Croce, o anche a Norberto Bobbio, e su quello della polis ad Alcide De Gasperi ed Enrico Berlinguer: per loro valeva, quel "saggezza da condividere"! E allora? Se non ora quando?
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